Spaccatura a Esino dopo la protesta dei richiedenti asilo

I residenti scrivono una lettera: "Ogni forma di dissenso è sempre stata incanalata nell’alveo della correttezza nei confronti delle istituzioni e della cittadinanza"

La protesta della settimana scorsa

La protesta della settimana scorsa

Esino Lario (Lecco), 20 gennaio 2018 - Un gruppo di cittadini esinesi dopo le proteste dei profughi vuol far sentire la propria voce. In una lettera aperta, firmata da Giovanni Viglienghi, Mauro Ricciardelli e Pinuccia Viglienghi, che sono i portavoce degli altri residenti, vengono fatte una serie di considerazioni sulla situazione a partire dal fatto che «la manifestazione posta in essere ha avuto l’effetto di creare un solco tra la cittadinanza e i manifestanti. Un solco che allontana l’idea di integrazione, stabilendo invece un rapporto di fredda sopportazione/tolleranza nei loro confronti. Ad Esino non è mai accaduta una cosa simile tra parti della popolazione e le varie Amministrazioni, non si è mai giunti a promuovere manifestazioni che abbiano provocato timore o paure nei cittadini. Ogni forma di dissenso è sempre stata incanalata nell’alveo della correttezza nei confronti delle istituzioni e della cittadinanza».

Il gruppo di esinesi spiega il rapporto tra diritti e doveri e sottolinea che «l’amarezza che pervade la popolazione è dovuta al fatto che rivendicano soltanto i diritti tralasciando i doveri. Si è letto di lamentele che rasentano l’assurdo, di malcontento circa vestiario non soddisfacente, cibo di scarsa qualità , carenza nell’assistenza odontoiatrica. In seguito all’arrivo dei primi migranti, nel 2014, si era assistito a episodi di partecipazione a iniziative di volontariato in favore della collettività, gesto che aveva prodotto un loro benevolo accoglimento, superando gli scetticismi, ma dopo di allora nessuno si è più visto». Gli abitanti del paese mettono poi in evidenza la situazione che la popolazione vive e ricordano: «Di anno in anno vediamo diminuiti i nostri diritti, esempio ultimo, la chiusura della strada intervalliva Esino–Valsassina, il medico condotto andato in pensione e non sostituito, i trasporti pubblici dove si riducono le corse. Nonostante ciò, nessuno di noi si è mai sognato di picchettare le sedi delle istituzioni o sfilare nel paese agitando cartelli fra urla sguaiate e schiamazzi!».

Viene poi criticato il comportamento dei responsabili della «Montanina» che «non potevano non sapere quello che si stava organizzando» ma anche le loro dichiarazioni lesive dell’immagine del paese e dei dipendenti comunali con «l’unico interesse di tutelare la loro clientela che consente loro di produrre lauti guadagni». In conclusione, «non volendo far passare il concetto che gli esinesi siano una comunità intollerante, si ribadisce che Esino ospita 41 migranti in rapporto ad una popolazione di 650 residenti effettivi. Percentuale al di fuori di ogni logica di accoglimento diffuso, ma nonostante ciò, tutti coloro che hanno dimostrato di voler ricambiare l’ospitalità ricevuta, impegnandosi in favore della comunità, sono sempre stati ben accolti e pienamente inseriti all’interno. Si chiede a tutte le istituzioni ed alla Prefettura, di dare risposte puntuali e garanzie certe che salvaguardino i nostri diritti e la pacifica convivenza della nostra comunità»