Cavalcavia crollato ad Annone, ira degli imprenditori: "Succede solo nel Terzo mondo"

«Se sussistono problemi di sicurezza posso comprenderlo, nessuno vuole che altri ci rimettano la vita, ma si rischia di paralizzare l’intera Brianza»

Annone Brianza, crolla cavalcavia

Annone Brianza, crolla cavalcavia

Lecco. 5 novembre 2016 - «È da tempo che denunciamo l’inadeguatezza della rete stradale e delle infrastrutture che non solo all’altezza del nostro territorio – commenta Sergio Arcioni, vicepresidente di Confindustria Lecco-Sondrio, poco meno di 800 associati che da soli contano quasi 42mila dipendenti -. Purtroppo affinché tutti ne prendessero coscienza ci è dovuto scappare un morto». E come sempre in simili evenienze si passa poi «dal nulla al tutto». Il riferimento è alla chiusura di qusi tutti i viadotti della zona, almeno ai trasporti eccezionali e ai mezzi pesanti: Nibionno, Bosisio Parini, Civate e Suello. «Se sussistono problemi di sicurezza posso comprenderlo, nessuno vuole che altri ci rimettano la vita, ma si rischia di paralizzare l’intera Brianza». 

«Non riesco soprattutto a concepire come sia possibile che noi imprenditori siamo giustamente sottoposti a continue ispezioni da parte di vigili del fuoco e funzionari dell’ex Asl per verificare che sussistano le condizioni di sicurezza, mentre nessuno controlla lo stato delle nostre strade.

Le fatalità accadono, ma non credo che un ponte crolli all’improvviso. Sono amareggiato che l’allarme che era stato lanciato prima del cedimento di quel cavalcavia non sia stato raccolto da nessuno per il solito rimpallo di responsabilità». Il danno è incalcolabile per tutti, non solo per i familiari della vittima. «Le immagini della tragedia hanno fatto il giro del mondo, abbiamo fatto una pessima figura. Non è possibile pensare di attrarre investitori stranieri di cui abbiamo bisogno quando capitano queste cose da terzo mondo».

«La manutenzione è indispensabile, bisogna farla, come siamo obbligati noi a farla nelle nostre attività. Paghiamo fior di tasse, la Statale 36 dovrebbe essere addirittura a quattro corsie per carreggiata, per raggiungere Lecco da Milano dovremmo impiegarci tutti mezz’ora non un’ora e mezza per trenta chilometri, con limiti assurdi a 50 orari o che cambiano continuamente a seconda delle tratte».