Il mistero del cadavere nella grotta, ecco spuntare una pista

Potrebbe trattarsi dell’"uomo anziano di Briosco, che ogni tanto incontravo con i sacchetti di plastica in mano" di cui aveva parlato ai carabinieri Leone Silva, il trentanovenne di Besana Brianza che da quasi due anni vive in una grotta a sbalzo sulla città di Andrea Morleo

Soccorso alpino e carabinieri  trasportano il feretro del cadavere trovato al monte San Martino

Soccorso alpino e carabinieri trasportano il feretro del cadavere trovato al monte San Martino

Lecco, 7 agosto 2014 - La pista c'è e forse anche il nome di quell’uomo sui cinquant’anni trovato cadavere l’altra mattina nei boschi alle pendice del San Martino. A scoprirlo un’escursionista, una signora di Lecco, che aveva imboccato il sentiero che conduce alla località Pizzetti. Per ora i molti indizi raccolti con la collaborazione di Caritas e Servizi sociali sembrano aver portato gli inquirenti a restringere il campo dei sospetti a due, forse un solo soggetto. Potrebbe trattarsi dell’«uomo anziano di Briosco, che ogni tanto incontravo con i sacchetti di plastica in mano» di cui aveva parlato ai carabinieri Leone Silva, il trentanovenne di Besana Brianza che da quasi due anni vive in una grotta a sbalzo sulla città.

Il mistero sembra vicino alla soluzione ma se l’ufficialità non c’è ancora è perché gli inquirenti coordinati dal pm Paolo Del Grosso sono ben consapevoli di operare in una zona d’ombra, com’è l’area sopra via Stelvio che negli ultimi anni è stata scelta come l’uomo d’abitazione da molti clochard della città. Con le sue grotte, i suoi anfratti, i mille sentieri e la fitta vegetazione offre riparo a chi non può (o non vuole) permettersi un altro luogo come casa. Così è stato per «Leo» che «dopo aver fatto il barbone per un po’», ha deciso di ritirarsi lassù «per vivere lontano dal chiasso della città e dalla gente». Su quel balcone sopra il rione Santo Stefano lui sta bene, anzi ha trovato l’ispirazione per mettere nero su bianco i pensieri di una vita: ne è uscito «Il sasso e altri racconti», un libro di 109 pagine edito da Bellavite, che racchiude una raccolta di storie e storielle ironiche e surreali che si fregiano della prefazione dello scrittore Andrea Vitali.

Leo ha dato voce alla sua passione, forse ha trovato la sua strada anche se vivere in una grotta non è uno scherzo («Con la pioggia quest’anno è stato un disastro»). Proprio no, lassù nel «condominio» alle pendici del San Martino la vita è dura e chi ci arriva ne ha viste di tutti i colori ma il «nero» più di tutti. Tra loro i «vicini di casa» nemmeno si conoscono, ognuno preso dalle sue solitudini. Così accade che qualcuno possa anche morire senza che nessuno ne reclami la scomparsa, come nel caso dell’uomo ancora senza nome trovato cadavere a più di un mese dalla presunta data della morte. Qualcosa in più forse si saprà dall’autopsia, che è stata posticipata a domani.

andrea.morleo@ilgiorno.net