Barzanò, il re del free-solo Alex Honnold si racconta: "Lo faccio per conoscermi meglio"

Oltre 2mila persone hanno partecipato alla serata promossa da Df Sport specialist

Sergio Lomgoni ringrazia Alex Honnold

Sergio Lomgoni ringrazia Alex Honnold

Barzanò (Lecco), 12 ottobre 2017 – C'era da aspettarselo, ma vedere il palazzetto dello sport di Barzanò stracolmo, con duemila persone in standing ovation davanti ad Alex Honnold, il climber americano di 32 anni che ha stupito il mondo con i suoi free-solo, è stata un'emozione che chi c'era non si dimenticherà facilmente.

Il giovane statunitense ha raccontato della sua scalata compiuta da Honnold il 3 giugno 2017: la prima free-solo sulla via “Freerider” del Nose a El Capitan, sulla più famosa big wall del mondo, in appena 3 ore e 56 minuti, un'impresa da molto ritenuta “come lo sbarco sulla luna per l’alpinismo”. “E’ probabilmente la più grande scalata della mia vita – ha ammesso l'ospite d'eccezione -. Ma non chiedetemi quanto ho rischiato o se ho avuto paura: ognuno ha una sua “comfort zone” dove si sente sicuro e se ho compiuto questa scalata è perché me la sentivo. Ciò che differenzia la mia zona di sicurezza da quella di altri è il grado di preparazione, l’allenamento e il percorso che ho fatto prima di tentare una cosa del genere. Quando salgo in free-solo, conosco a memoria i movimenti di alcuni tiri, la mente è sgombra e ciò che conta è solo la sensazione sulla roccia”.

Durante la serata Alex Honnold ha spiegato spiegare in che modo è arrivato all'incredibile scalata, ha parlato delle sue scalate precedenti in free-solo, dei tentativi fatti su Freeride prima della stagione invernale compreso quello concluso con una brutta caduta, della pressione psicologica dovuta alla troupe che seguiva la sua salita per ricavarne un film. “Lo faccio per un senso di sfida – ha confidato - ma il risultato è conoscere meglio me stesso”.

Il climber è un personaggio noto anche per i numerosi film di cui è stato protagonista, tra cui Alone on the Wall, nominato agli Emmy. Ha fondato un’organizzazione ambientale no-profit, la Honnold foundation, con cui finanzia numerosi progetti, prevalentemente legati all’utilizzo dell’energia solare nelle zone povere del mondo. Da Moonlight Buttres (7a, 365 m) nello Zion National Park, Utah alla parete Nordovest dell’Half Dome (6a, 670 m), Yosemite Valley, California, fino alla “Triple Solo”, concatenamento di Mount Watkins, Half Dome e El Capitan in meno di 24 ore, le sue salite hanno scritto la storia dell’arrampicata moderna e stanno appassionando le giovani generazioni. “Dopo questo risultato ho preso una pausa – ha confessato -. Devo riappropriarmi della mia vita, che negli ultimi mesi tra la preparazione di El Capitan, la salita e tutto ciò che ne è seguito, ho lasciato un po’ da parte. Ma ho tonnellate di progetti, sto valutando cose difficili, ma devo ancora trovare l’ispirazione giusta”.

Per ringraziarlo delle emozioni che ha offerto Sergio Longoni, patron di DF Sport specialist, promotore dell'iniziativa, gli ha donato una piccozza e dei ramponi dorati e ringraziato Luca Calvi per la preziosa collaborazione come traduttore ed interprete.