Lecco, l'azienda è fallita: ora i funerali

La singolare iniziativa dei dipendenti del Tubettificio Europeo

Il necrologio affisso ieri in città

Il necrologio affisso ieri in città

Lecco, 18 ottobre 2016 - L'azienda è fallita e nessuno vuole ereditarne nemmeno un pezzetto. Così è toccato agli stessi dipendenti del Tubettificio Europeo dare l’annuncio della morte della loro azienda e lo hanno fatto come si fa normalmente con un cristiano, con un annuncio funebre sì ma senza precedenti. Un annuncio funebre formato XXL come quello che campeggiava nella giornata di ieri lungo corso Carlo Alberto.  Il maxi annuncio è stato affisso a fianco del civico 26, che poi è l’ingresso degli storici stabilimenti dell’azienda lecchese citato nello stesso necrologio. «Il giorno 6 giugno a Lecco, in corso Carlo Alberto 26 - si legge nello stesso - veniva a mancare all’affetto dei suoi lavoratori il Tubettificio Europeo, ex tubettificio Ligure». Questo l’incipit seguito da un altro classico del settore: «Ne danno il triste annuncio i 100 operai e impiegati che lo hanno assistito sino alla fine della sua lunga agonia durata venti anni. I funerali avranno luogo il giorno 10 ottobre presso il tri bunale di Lecco dove ciò che resta delle povere spoglie verrà smembrato e consegnato ai creditori». Nell’inedito e originalissimo annuncio funebre si legge anche che «i lavoratori ringraziano quanti si sono impegnati nel mantenerlo in vita con spirito di servizio», gli stessi lavoratori che però «esprimono disappunto per quanti, titolari e dirigenti aziendali, politici e amministratori del territitorio, sindacalisti e qualsivoglia responsabile del futuro del nostro Paese, con la loro volontà, la loro assenza o la loro incapacità, ne hanno favorito la prematura scomparsa». Una nota critica chiara e inequivocabilmente polemica che lascia intendere come il centinaio di dipendenti abbia ancora oggi il dente avvelenato contro quanti, a loro dire, abbiano evitato il triste epilogo. Fondato settant’anni fa, il Tubettificio Europeo va ad aggiungersi alle tante realtà falcidiate in questi anni dalla crisi. Il tentativo dei curatori di vendere seperatamente un ramo dell’azienda è fallito, lora verrà venduta a pezzi per cercare almeno di recuperare i crediti arretrati. Amen e così sia.