Casatenovo, 30 maggio 2014 - C'è lo spettro del licenziamento sulla Vismara di Casatenovo. La denuncia arriva da Enzo Mesagna e Massimo Sala, sindacalisti rispettivamente di Fai Cisl e Flai Cgil. «La riorganizzazione dello stabilimento è ormai in atto da tempo - spiegano - il trasferimento nel nuovo sito produttivo risale ad un paio di anni fa, e ha visto negli ultimi mesi una fuoriuscita di circa 25 dipendenti, volontariamente, a seguito della decisione aziendale di diminuire il numero del personale per cercare di ridurre il costo del lavoro".

"Come se non bastasse, non era ancora terminato il processo di licenziamento che la proprietà ci ha presentato al tavolo di trattativa un nuovo progetto di ristrutturazione che prevede l’introduzione all’interno dell’ azienda di una cooperativa a cui cedere non solo parte dell’ attività produttiva, ma soprattutto circa la metà dei dipendenti oggi occupati in azienda, 118 su un numero complessivo di circa 250 unità».

In pratica, in poco tempo, i lavoratori coinvolti in questo processo si troveranno a fare lo stesso lavoro all’ interno della stessa azienda, ma non più alle dipendenze di Vismara bensì sotto una cooperativa.

«Ci saranno grosse penalizzazioni nell’ ambito delle tutele economiche ma soprattutto normative. Come organizzazioni sindacali riteniamo che questa decisione sia del tutto inaccettabile perché scarica completamente sui lavoratori le difficoltà che il mercato presenta in un momento storico già di per sé complicato. È troppo facile essere competitivi abbassando in questo modo il costo del lavoro e coprire così le inefficienze presenti nello stabilimento, che pur essendo nuovo, non è stato a nostro modo di vedere strutturato con le dovute attenzioni alle necessità del processo produttivo».

«In un mercato difficile e competitivo come quello alimentare, e dei salumi in particolare, sono necessarie altri tipi di strategie industriali, occorre investire maggiormente sugli impianti produttivi e sulle innovazioni, spingere con strategie commerciali aggressive i propri prodotti.

«Pur di evitare il ricorso alle cooperative abbiamo anche sfidato l’azienda a costruire insieme a noi e ai lavoratori un nuovo sistema di organizzazione del lavoro, che potesse in qualche modo rispondere alle esigenze di flessibilità che il mercato richiede, ma la risposta è stata quella di procedere unilateralmente nella direzione della cessione di parte dell’ azienda. Riteniamo questo percorso pericoloso e sicuramente non condivisibile e pertanto cercheremo di evitare che ciò accada, con l’ obiettivo di tutelare al meglio i lavoratori che rappresentiamo».