Abbadia Lariana (Lecco), 7 maggio 2014 - Del tutto incapace di intendere e volere, sia al momento del delitto - quella maledetta notte del 25 ottobre scorso quando uccise il figlioletto Nicolò di nemmeno tre anni con una forbiciata -, sia oggi a mesi di distanza da quella terribile tragedia. Ma Aicha Coulibaly è stata anche ritenuta molto pericolosa per sé (è elevato il rischio di suicidio) e per la società. Con queste motivazioni s è stato dichiarato chiuso ufficialmente l’incidente probatorio sulla venticinquenne di origine ivoriana, che è comparsa nella tarda mattinata di ieri in tribunale di Lecco in arrivo dal carcere psichiatrico di Castiglione delle Stiviere.

Con lei il suo difensore, l’avvocato Sonia Bova, e il legale della parte lesa, il collega Marcello Perillo che invece difende gli interessi del compagno, l’artigiano di Abbadia Stefano Imberti. Un incidente probatorio nel quale, di fatto, si è discusso l’esito della perizia psichiatrica redatta dai quattro super esperti - due psichiatri e altrettanti psicologi - che erano stati incaricati dal giudice di capire se al momento della tragedia la donna fosse nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali, solo in parte oppure se fosse del tutto incapace di intendere e volere come potrebbe far propendere la tesi di una depressione pregressa. Ebbene Aicha Coulibaly è stata dichiarata totalmente incapace di intendere e volere. Ora cosa succederà? Gli atti vengono restituiti al pm Citterio e a breve sin tornerà in udienza preliminare: si va verso il non luogo a procedere oppure verso l’assoluzione. Comunque Aicha, pericolosa per sè e per gli altri, resterà in regime di carcere psichiatrico.