Nibionno (Lecco), 28 aprile 2014 - Dovrà ricordare secondo per secondo quei drammatici, interminabili momenti, riviverli attimo per attimo, da quando se ne stavano tranquillamente sdraiati sul letto a guardare la tv sino all’irruzione in camera loro di quei quattro energumeni. E poi le grida, i calci, i pugni, il sangue ovunque, la corsa in bagno per nascondersi, le ripetute telefonate al 999 per chiedere aiuto e infine il silenzio, prima dell’ululato e i lampeggianti blu delle sirene e della corsa in ospedale dove solo a quel punto ha saputo della tragedia.

Quest’oggi Alex Galbiati, il 20enne di Rogeno scampato alla folle mattanza consumata il 20 ottobre scorso in quell’albergo di Lowen Stone Street dove il coetaneo e compagno di sempre, Joele Leotta di Nibionno, è stato massacrato di botte sotto il suo sguardo impotente, sarà chiamato a ripercorrere quella maledetta sera. Poi probabilmente, già in serata, potrebbe rientrare in Italia, insieme ai genitori. Il processo a carico dei quattro lituani, imputati per l’uccisione di Joele nella stanza proprio sopra il «Vesuvius Restaurant» di Maidstone, nel Kent, dove i due ragazzi italiani avevano trovato lavoro, riprende oggi davanti alla Maidstone Magistrates Court. In calendario c’è la deposizione di Alex, l’amico di sempre.

di Daniele De Salvo