Lecco, 18 marzo 2014 - Con Marco se ne va un sorriso inimitabile e forse un’epoca. Adolfo, Aldino e poi Giorgio e Marco. Tre generazioni che avevano deciso di incrociare i propri destini con la montagna. Tutti accomunati da un cognome che più lecchese non si può, Anghileri. Nonno Adolfo aveva scalato con Gigi Vitali, non aveva la sua classe ma l’aria dell’alpinismo pionieristico degli anni trenta l’aveva respirata eccome. E trasmessa al figlio Aldo che aveva messo la sua firma sulla via dei Ragni al Gran Capucin, sul Bianco, e alla prima in invernale sullo Spigolo del Badile insieme agli amici Pino Negri e Casimiro Ferrari.

Eera stato Ferrari a regalare al «Butch» un moschettone che lui diceva di aver trovato dopo aver incontrato Aste in Dolomiti. Erano pochi mesi prima della morte del «re» del Cerro Torre e quel regalo, al Meeting della Montagna, valeva come un’investitura di Marco, fresco della prima ripetizione solitaria in invernale alla Solleder in Civetta. «É stato un passaggio di consegne - ricorda Michele Benini, scrittore e memoria storica dell’alpinismo lecchese -. Marco non era un Ragno ma un Gamma, ma quello restava un saldare il legame tra due generazioni di alpinisti lecchesi». Ora con la morte di Marco quel legame si è spezzato irreparabilmente. Era già successo anni prima (’97) con il fratello Giorgio, altro fortissimo scalatore travolto in bicicletta sulla Super 36. E un anno prima con la scomparsa di Lorenzo Mazzoleni, stella nascente scomparso giovanissimo di ritorno dal K2. In loro era racchiuso l’alpinismo «made in Lecco», tutti ragazzi nati all’ombra del Resegone e cresciuti a pane, Nibbio e Grignetta. Tanto che Marco ai Piani Resinelli ci si era di fatto trasferito, con la scusa dell’apertura di un ristorante che guarda caso aveva chiamato «2184», l’altimetria della Grigna che lui considerava casa sua.

Lì si sentiva bene, lì si rifugiava con gli amici quando gli impegni lo «stressavano troppo»: dalla conduzione dell’azienda di famiglia, «Avantgarde» (ovviamente specializzata in abbigliamento di montagna) alla gestione del sito internet di informazioni locali. Non era mai fermo, Marco, un fiume in piena di energia che amava condividere con i tanti amici e la famglia.

Un ciclone pure con qualche momento di inquietudine, che scacciava prontamente con l’impresa successiva. A noi resta solo il ricordo e il vuoto grande per una persona cara che non c’è più e il pensiero va subito a Barbara, a Carlo e Giulio, ai fratelli Sara e Luca oltre ai genitori Aldino e Marinella.
di Andrea Morleo

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