Lecco, 12 marzo 2014 - «In Italia ci sono i mafiosi, l’ho fatto per evitare che le mie figlie finissero male». Sono le parole che Edlira Copa - 37 anni, di origini albanesi - avrebbe riferito agli inquirenti ammettendo di aver massacrato le proprie tre figlie. Come se la recente separazione consensuale dal marito (il 12 febbraio scorso, in tribunale a Lecco) e la conseguente mancanza di un sostegno economico, le avessero fatto perdere ogni speranza sul futuro suo e delle sue piccole. «Ovviamente si tratta di una motivazione che non regge, parole senza senso che di certo non possono spiegare quella mattanza - racconta il procuratore Walter Mapelli - ma anzi farebbero propendere, in prima analisi, per un tratto psicotico della donna».

Un'ipotesi avvalorata anche dal fatto che nell’immediatezza del massacro Edlira Copa «non piangeva e dimostrava una certa freddezza nei comportamenti», aggiunge il procuratore. Un comportamento dissociato che al contrario non si spiega con il fatto che «la donna non fosse comunque in cura per problemi di salute mentale». Interrogativi a cui dovranno dare una risposta gli esperti chiamati a valutare le condizioni della mamma omicida tuttora piantonata in ospedale, a Lecco, dove è stata operata per la terza volta. Quando le sue condizioni lo permetteranno, verrà sottoposta a una perizia.

di Andrea Morleo