Nibionno, 28 febbraio 2014 - Per ben 27 volte è stato pizzicato ad accompagnare squillo - anche cinque in un solo viaggio e in orari notturni - in auto e per questo è finito a processo per sfruttamento della prostituzione. Lui però ha sempre negato ogni addebito sostenendo in aula «di essere semplicemente un loro amico» e di offrire loro un passaggio dalla zona di lavoro - la Lecco-Bergamo, specie nei Comuni di Nibionno e Lurago d’Erba - a quella di residenza, nel Milanese. C’è il mestiere più vecchio del mondo e tutto ciò che gli ruota intorno al centro del procedimento penale che vede L.B., residente a Milano, a processo per aver violato la legge Merlin, quella che dal 1958 appunto sanziona lo sfruttamento della prostituzione. L’udienza di ieri si è aperta con la deposizione di un carabiniere della stazione di Costa Masnaga, che nell’agosto 2012 pizzicò l’imputato in più di una circostanza. «Era alla guida dell’auto e non sembrava mai un cliente, come peraltro ci ha confermato una delle prostitute in un’occasione».

C’era un rapporto di abitudinarietà, secondo l’inquirente che poi ha ricordato al collegio come l’uomo «fosse stato fermato nel 2005 in compagnia di prostituite nella zona di Cremona e nel 2006 nella zona di Monza e Brianza». Per l’accusa (in aula il pm Silvia Zannini) insomma un loro «protettore» e quindi punibile per il loro sfruttamento, per lo stesso imputato al contrario un semplice amico «anzi di una di loro mi ero pure innamorato, sebbene ovviamente lei non lo fosse di me». Il 26 agosto 2012 l’uomo e le sue «amiche» «vennero sanzionati per aver violato l’ordinanza anti-prostituzione emessa dal sindaco di Nibionno», come ha ricordato il carabiniere in aula. Lui si è difeso davanti al collegio dicendo che lo avevano chiamato al telefono «perché erano state minacciate e perciò avevano paura».

Il processo è stato aggiornato all’udienza del 27 marzo prossimo per le conclusioni e una sentenza. Il mestiere più vecchio del mondo però continua a non conoscere crisi.

di Andrea Morleo