Calolziocorte (Lecco), 26 febbraio 2014 - Proseguono le indagini sull’aggressione a Calolziocorte avvenuta lunedì pomeriggio. Gli uomini della polizia locale stanno lavorando per identificare coloro che hanno partecipato all’agguato nei confronti del ragazzo di 16 anni, di suo fratello e due amici di famiglia, giunti dalla Valsassina per riportare a casa lo studente dopo le minacce subite nei giorni precedenti. Si tratta di una decina di giovani, conosciuti dalla vittima, originari dell’est Europa.

La cittadina è attonita e nelle vie del centro c’è incredulità tra i residenti e i lavoratori: i calolziesi infatti non si spiegano come mai sia potuta accadere un’aggressione così brutale. Il ragazzo, studente all’istituto professionale Enaip, da qualche giorno era vessato da alcuni coetanei e minacciato pure su Facebook. Lo choc di lunedì, con il pestaggio ai danni del fratello maggiore, intervenuto per difenderlo, lo ha colpito non poco e dalla scuola hanno fatto sapere che ieri è rimasto a casa. Tra i residenti c’è chi invoca un aumento della presenza delle forze dell’ordine.

«Non mi risulta che da quando sono a Lecco ci siano stati altri episodi di questo tipo - afferma il questore Alberto Francini -, in ogni caso sono situazioni da denunciare». Per prevenire i rischi la Questura ha organizzato un presidio costante nelle scuole. «Dal primo marzo un nostro agente farà il giro delle scuole elementari e medie. Partiremo con gli istituti della città capoluogo, poi fra tre mesi, se il servizio sarà utile proseguiremo anche toccando le scuole superiori. L’obiettivo è quello di tenere il contatto con i ragazzi per prevenire forme di bullismo. Anche se, fortunatamente, l’aggressione di Calolziocorte è un fenomeno isolato nel Lecchese, ma va comunque stroncato».

Giuseppe Petralia, provveditore, è severo soprattutto con le famiglie. «La scuola tutti i giorni attua un programma di formazione per la crescita dei ragazzi - sottolinea -, ma bisogna capire come si comportano i genitori a casa. Quello accaduto lunedì non è un episodio di bullismo, ma un vero e proprio atto camorristico. Ora, i genitori dei bulli sgrideranno i loro figli, oppure continueranno a fare i sindacalisti per tutelarli?».L’aggressione si è consumata lunedì pomeriggio nel centro di Calolziocorte. Poco dopo le 14, all’uscita di scuola, un valsassinese di 16 anni, iscritto all’Enaip, è stato seguito da un gruppetto formato da una decina di giovani, probabilmente dell’est.

Una volta salito sull’automobile, insieme al fratello e a due amici di famiglia, gli aggressori hanno circondato la vettura, aprendo una portiera e sferrando pugni proprio al fratello dello studente, che è finito all’ospedale (undici giorni di prognosi). Il conducente allora ha inserito la marcia ed è scappato percorrendo la strada che porta a Carenno. Per pura coincidenza lungo la via i quattro hanno incrociato una pattuglia della polizia locale di Calolziocorte e hanno denunciato l’accaduto. Il vice-comandante Matteo Tocchetto, insieme all’agente Jusva Gariboldi, presenti sull’auto di servizio, hanno immediatamente preso le loro testimonianze e hanno iniziato le indagini.

Proprio per paura di subire violenze, il 16enne aveva chiesto ai familiari di andare a prenderlo in automobile dopo scuola. Così un uomo di 40 anni, il guidatore, e due ventenni, tra cui il fratello dello studente, sono scesi dalla Valsassina per riportarlo a casa. Ma l’aggressione è avvenuta lo stesso e a farne le spese è stato il familiare della vittima, portato all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco con una ferita all’occhio destro, causata proprio dai pugni ricevuti.

di Fabio Landrini