Lecco, 24 febbraio 2014 - Anche nella sede lecchese della Lucchini spa in via Arlenico al civico 22 si guarda con ottimismo alle novità di mercato che potrebbero portare all’acquisizione dell’intera società da parte del gruppo tunisino Smc che sarebbe disposto a rilevare i tre stabilimenti Lucchini di Lecco, Piombino e Condove. La società nord africana sta «preparando un memorandum understanding che, entro la prossima settimana, presenteremo al commissario Nardi, corredato da un progetto finanziario».

Questo secondo quanto annunciato del magnate arabo Khaled al Habahbeh il quale ha anche detto: «Noi crediamo nella Lucchini e siamo qui per terminare l’accordo nel più breve tempo possibile». Lucchini spa, che è in Amministrazione straordinaria, è uno dei più dinamici e diversificati produttori italiani di acciaio. Da tempo leader europeo nei prodotti lunghi in acciai speciali e ad alta qualità è attualmente uno dei maggiori player globali del settore.

Questa posizione è stata raggiunta nel tempo e i prodotti dell’azienda italiana sono considerati di alta qualità. La produzione attuale comprende una vasta gamma di acciai in qualità e speciali destinati al mercato in diverse forme e dimensioni, dai laminati lunghi per la lavorazione a freddo e a caldo alle rotaie, alla vergella, alle barre. Tutto questo ha destato l’interesse della società tunisina e al memorandum, se accettato dal commissario Pietro Nardi, seguirà un’offerta vincolante nel giro di due settimane. Il gruppo magrebino è l’unico ad aver manifestato interesse a comprare tutti gli stabilimenti Lucchini per circa tre miliardi di euro.

«Il nostro obiettivo- ha detto Khaled al Habahbeh - è acquisire i complessi siderurgici Lucchini, mantenerli operativi con tutta la forza lavoro e metterli in condizioni di produrre. Parallelamente ci sarà uno sviluppo che ci porterà a concludere un nuovo progetto». Il gruppo Smc assicura di avere sbocchi di mercato nel Nord Africa e in Medio Oriente tramite società collegate. «Abbiamo know how e finanze solide» ha aggiunto il magnate. Quanto all’urgenza di fondi per acquisire il minerale necessario per tenere acceso l’altoforno di Piombino che è fondamentale per l’intera produzione, Khaled al Habahbeh ha detto che «prima si firma il memorandum, poi possiamo intervenire».