Casatenovo (Lecco), 18 febbraio 2014 - Un caso nazionale, curioso e che farà giurisprudenza. Uno dei tanti casi che accadono nel Lecchese, in Brianza e in Lombardia. Una pensionata brianzola è finita alla sbarra per stalking. Contro il cane della vicina di casa. Davanti al giudice è finita Liliana B., 73 anni di Casatenovo, rea confessa di aver gettato in almeno otto occasione un secchio d’acqua addosso al fido di un’inquilina del suo stesso palazzo che abita proprio nell’appartamento sotto di lei. Secondo quanto raccolto dagli inquirenti il quadrupede, dal carattere abbastanza esuberante, aveva la brutta abitudine di abbaiare giorno e notte, disturbando e svegliando tutti i dirimpettai, specialmente chi aveva la sfortuna di abitare al piano immediatamente sopra al giardino dove l’animale scorrazzava libero.

I ripetuti inviti alla padrona di intervenire non avrebbero sortito effetto, così l’anziana ha deciso di arrangiarsi da sé, gettando a più riprese con una brocca dell’acqua sul più fedele amico dell’uomo dall’alto del proprio balcone. Il metodo, utilizzato in verità anche da alcuni addestratori cinofili, avrebbe sortito l’effetto desiderato di indurre la bestiola a tacere, ma anche di spingere la proprietaria a raccontare tutto e querelarla direttamente al sostituto procuratore Rosa Valotta (da qualche mese trasferita ad altra sede). Il magistrato, dopo gli accertamenti da parte della polizia giudiziaria ha iscritto la donna nel registro degli indagati con l’accusa di «atti persecutori» in base all’articolo 612 bis del codice di procedura penale. Successivamente è stata citata direttamente davanti al giudice, quindi senza passare dall’udienza preliminare. Il reato contestato è solitamente riservato agli ex mariti o fidanzati che tormentano le persone amate. Secondo il magistrato infatti l’obiettivo dell’esuberante 73enne sarebbe stato quello di indurre il cane a rivoltarsi contro i condomini.

Ieri mattina è stata così convocata in aula per la prima udienza, assistita dall’incredulo avvocato di fiducia Alessandro Patti, 55 anni di Merate. Il giudice Salvatore Catalano, l’accusa condotta dal Vpo Mattia Mascaro, a cominciato il processo in contumacia, perché l’imputata momentaneamente assente. Chi invece non si è proprio presentata è stata la presunta parte lesa, che ha già perso la causa civile ed è stata obbligata a tenere il cane rigorosamente in casa, non più in giardino, proprio per impedire che tormenti tutti i residenti della zona con il suo latrare. «Il procedimento è stato riaggiornato, ma confido che la querela venga ritirata, sarebbe uno spreco di denaro e una perdita di tempo», commenta il legale.

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