Osnago (Lecco), 8 febbraio 2014 - Dalla galera ai servizi sociali. Iron, il rottweiler che lunedì della passata settimana a Osnago ha sbranato un bambino di due anni e la madre che lo teneva in braccio, entrerà a far parte di un’unità cinofila. Quale mansione gli verrà assegnata non è ancora stato deciso, probabilmente verrà impiegato in missioni di ricerca e salvataggio data la sua possenza, ma intanto due addestratori lo stanno seguendo per valutarne le capacità. Prima che prenda servizio occorrerà tuttavia qualche settimana, perché si attendono le autorizzazioni per il passaggio di consegne. Nel frattempo rimane affidato alla dottoressa Cristina Bonardi, direttrice sanitaria della clinica per animali «Fiume Adda» di Verderio Superiore. «Giovedì mattina è scaduto il termine dei dieci giorni di sequestro fiduciario - riferisce la veterinaria, che segue il molosso da quando è nato, cioè da due quasi tre anni -. I giovani proprietari non se la sentono più di portarlo a casa con loro.

Alcuni cinofili tuttavia si sono offerti di accudirlo e di prenderlo in affido per impedire che finisca in canile a vita o addirittura che venga soppresso. Vogliono sfruttarlo per interventi di pubblica utilità. Lo vengono a trovare e lo portano a spasso quotidianamente». Secondo l’esperta ne avrebbe tutte le potenzialità. «È molto intelligente e anche giovane, è in grado di apprendere in fretta. Inoltre, nonostante quello che è accaduto e ha commesso, risulta un esemplare estremamente docile. Non sarebbe giusto che paghi colpe che non possono essere attribuite a lui, la soluzione prospettata consentirebbe inoltre di redimerlo e riabilitarlo». Nessuno riesce a capacitarsi di quanto avvenuto né a comprendere cosa sia scattato in lui. Non aveva mai morso nessuno prima, nemmeno ringhiato, durante l’intervento per estrarre il proiettile esploso quasi a bruciapelo dai carabinieri di Merate per neutralizzarlo e consentire ai sanitari del 118 di soccorre il piccolo Markus non è stato necessario nemmeno mettergli la museruola.

Probabilmente ha scambiato la creatura per un giocattolo, quando la mamma Maria ha tentato di salvare il figlio insieme a un residente della zona non ha mollato la presa perché non voleva gli si strappasse dalle fauci ciò che considerava un suo gioco. Avrebbe reagito d’istinto insomma. Quello che è certo è che la recinzione in cui era custodito era troppo bassa, che non avrebbe mai dovuto poterla scavalcare. Per questo i padroni sono stati denunciati per lesioni gravi per omessa custodia e malgoverno di animali.

di Daniele De Salvo