Bosisio Parini (Lecco), 6 febbraio 2014 - Aveva tentato di ucciderla con cinque coltellate in rapida successione lasciandola esanime in un punto della pista ciclopedonale che costeggia la Super 36, in Comune di Bososio Parini. Ieri la Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna in primo grado a otto anni e mezzo nei confronti di Gennaro Trincone per tentato omicidio. Quella domenica, il 9 settembre 2012, il quarantottenne di Inverigo si era costituito subito dopo l’accaduto presentandosi spontaneamente alla vicina caserma dei carabinieri di Lurago d’Erba.

Interrogato, aveva raccontato di essersi recato da Maria Concetta Bottelli - 59 anni, residente ad Asso di professione prostituta - per esigere un vecchio debito che la donna da tempo avrebbe dovuto saldare. Lei si era rifitutata anche quella volta, adducendo l’ennesima scusa: a quel punto Trincone non era più riuscito a contenere la rabbia, così erano partiti quei fendenti che avevano lasciato la donna in fin di vita. Soccorsa in una pozza di sangue lungo la Super 36, Maria Concetta Bottelli era stata con la massima urgenza all’ospedale di Lecco e quindi sottoposta ad un delicatissimo intervento chirurgico che le aveva salvato la vita. Sul posto - oltre al personale inviato dalla centrale operativa del 118 - erano giunte anche le pattuglie della polizia stradale di Seregno. Poi, subito dopo, anche gli agenti della squadra mobile della questura di Lecco, agli ordinidel commissario capo Marco Cadeddu avevano effettuato tutti gli accertamenti del caso avviando l’indagine coordinata dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso.

La lucciola rimase ricoverata nel reparto di Rianimazione per giorni ma per fortuna i medici del Manzoni riuscirono a salvarle la vita. Il suo aggressore - senza un lavoro fisso, come era emerso nel procedere delle indagini - venne poi condannato a otto anni e mezzo anche in considerazione dei futili motivi. Dopo la sentenza emessa dal tribunale di Lecco, il suo difensore decise di fare ricorso. Ora il verdetto in Appello che ricalca in toto la sentenza di primo grado.

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