Merate (Lecco), 22 gennaio 2014 - Lo stress, la stanchezza per i turni impegnativi, troppo impegnativi e l’altra sera il suo fisico non ha più retto. Un’infermiera di appena 25 anni di Nibionno che presta servizio nel reparto di Medicina dell’ospedale San Leopoldo Mandic lunedì verso la fine del turno pomeridiano è stata colta da un improvviso arresto cardiaco e da una crisi respiratoria. Una collega le ha subito prestato aiuto praticandole le prime manovre rianimatorie di emergenza, probabilmente scongiurando il peggio e salvandole la vita. La giovane poi è stata trasferita al Pronto soccorso e da qui direttamente in Ucc, l’Unità di cura coronarica della struttura di Cardiologia, dove si trova tutt’ora. Sembra stia meglio, è fuori immediato pericolo.

«Non si può reggere a questi ritmi di lavoro massacranti – denuncia Giuseppe Perna, sindacalista interno dell’Usb, anche lui dipendente presso il presidio brianzolo -. Il personale è carente, a forza di tirare sempre la corda prima o poi si spezza. Ogni infermiere deve gestire tredici pazienti, non è ammissibile». Pure il direttore sanitario del nosocomio meratese Gedeone Baraldo ammette che forse l’improvviso malore possa essere stato scatenato dall’eccessivo logoramento. «Tra dicembre e gennaio in Medicina abbiamo dovuto fronteggiare un periodo molto impegnativo, con tutti i sessanta posti letto occupati costantemente da altrettanti degenti – spiega -. Il loro non è un compito facile, né sotto il profilo psicologico e nemmeno per quanto riguarda la fatica. In ogni caso la turnistica è stata rispettata, non sono state segnalate particolari assenze da parte di altri colleghi, evidentemente però la situazione di tensione può aver contribuito al tracollo».

Anche perché se per quanto riguarda gli infermieri le dotazioni organiche sarebbero tutto sommato idonee, nonostante in Medicina B non sia stata ancora nominata una caposala, all’appello mancherebbero quattro Oss, Operatori socio-sanitari. «Siamo vicini alla nostra infermiera e siamo contenti che il suo stato risulti stazionario – comunicano invece i vertici dell’Azienda ospedaliera -. A nostro avviso è comunque avventato stabilire che quanto successo sia dipeso da un eventuale stress turnistico e organizzativo, la Medicina non è in sofferenza né in sovraccarico».