Premana (Lecco), 22 gennaio 2014 - «Sono stato condannato a una ammenda di 2.500 euro al posto di scontare una pena di dieci giorni di carcere senza nemmeno sapere che c’era il processo. Quindi sono ricorso in appello e non accetterò una pena pecuniaria, se la Giustizia mi riterrà colpevole andrò a Pescarenico a mi farò i giorni di carcere». È determinato Pietro Caverio, ex sindaco di Premana, nel contrastare una sentenza relativa alla gestione delle acque pubbliche a Premana quando era primo cittadino che l’ha condannato per sversamenti non autorizzati. «Non mi sono potuto difendere e non ho potuto dire le cose come stanno – afferma Caverio - mi sono solo visto arrivare a casa una lettera in cui mi si diceva che dovevo pagare 2.500 euro invece che farmi dieci giorni di galera. Cosa che giudico inaccettabile anche perché la Provincia che ha fatto la denuncia ha avuto modo di esporre le sue accuse ma io non mi sono potuto difendere.

L’azione della Provincia di Lecco a mio parere, pochi mesi prima della fine del mio mandato, era un’azione politica più che amministrativa. Forse il presidente di allora adesso che è sindaco si rende meglio conto di che cosa voleva dire gestire un depuratore». Tutto parte da una segnalazione della Provincia per scarichi non autorizzati dal depuratore e Caverio afferma: «La Provincia ha chiesto che cosa si stava facendo senza sapere quello che ho fatto da inizio dei miei mandati in cui abbiamo anticipato la società che gestiva ciclo. Poi è subentrata Idrolario ma noi non abbiamo aspettato chi ha tergiversato per dieci anni. Nei giorni in cui la Provincia mi mandava la lettera per la diffida io chiedevo a Brivio, il mandante di quella diffida, che cosa stava facendo la Provincia dopo dieci anni. Nelle mie memorie faremo cronistoria. Loro mi contestano due prelievi ma le multe che il comune aveva ricevuto sono state rigettate perché abbiamo avuto ragione dal Tribunale».

La vicenda è complessa come tutto quello che ha riguardato negli anni la gestione dei depuratori, ma l’ex sindaco mette sul tavolo l’intera gestione per arrivare fino a Idrolario e quello che definisce un attacco politico mirato da parte della Provincia a pochi mesi dalle elezioni di allora. «Sia ben chiaro che io intendo andare fino in fondo a questa storia. Non accetterò la sentenza e ho fatto ricorso perché voglio dimostrare quello che ho fatto anche solo per onestà. Accettando la multa avrei ammesso colpa che non ho e poi andrebbe a inficiare le mie battaglie sulle acque. Dopo la prima udienza il processo è rinviato a giugno e allora potrò portare i testimoni e le carte che dicono come sono andate le cose».

Ma questo processo rischia di diventare un accusa al sistema e Caverio parla chiaro: «Sarà l’occasione per parlare in Tribunale delle denuncia che ho fatto nei confronti della società Ise che gestiva i depuratori, per verificare come mai la Provincia guidata da Virginio Brivio è venuta a Premana dove si cercava di risolvere i problemi mentre a Pagnona il depuratore viene utilizzato ma non esiste perchè non è mai stato collaudato. Se poi i giudici stabiliranno che io ho torto me ne andrò in carcere mettendo la fascia da sindaco perché la condanna è al sindaco protempore di Premana».