Merate (Lecco), 17 gennaio 2014 - Prima lo hanno sfrattato dall’atrio di ingresso dell’ospedale San Leopoldo Mandic che per mesi era stato il suo rifugio e adesso anche dal centro di accoglienza per immigrati e rifugiati politici dove era stato obbligato a trasferirsi suo malgrado, unica soluzione proposta per garantirgli almeno un riparo durante l’inverno. Lui sostiene di essere stato cacciato, i responsabili della struttura che si è allontanato volontariamente. «Al mattino dovevo sgomberare il posto e durante il giorno dovevo rimanere in giro in un ambiente dove non conosco nessuno», racconta. Fortunatamente un conoscente gli ha offerto ospitalità e almeno per ora ha un luogo dove trascorrere la notte, ma Fausto, disoccupato di 63 anni di Lomagna, non sa per quanto potrà approfittare della generosità dell’amico e teme che presto si ritroverà di nuovo in mezzo a una strada, senza un lavoro, con la pensione ancora lontana se mai la percepirà e senza soldi per mangiare. Con in più la paura che il fisico possa cedere.

«Ho perso venti chilogrammi, ne peso nemmeno cinquanta e continuo a dimagrire», riferisce con estrema dignità e pacatezza da una panchina del centro commerciale Auchan di Merate dove trascorre le lunghe ore in modo da stare almeno un poco al caldo e da scambiare quattro chiacchiere con qualcuno. Non chiede denaro, non importuna nessuno, se qualcuno con discrezione gli allunga qualche spicciolo o una banconota di piccolo taglio, arrossisce per pudore, ma allunga velocemente la mano perché sa di non poterne fare a meno. «Ormai ho perso veramente ogni speranza, non ho prospettive, morirò da clochard - racconta -. Non chiedo assistenza, chiedo un impiego adatto alle mie capacità e un alloggio. Nessuno però mi offre un’opportunità, dai servizi sociali dicono di non potere perché risulto senza residenza...». Non nutre rancori, è consapevole che sta pagando scelte errate, sebbene a caro prezzo. Ha solo una recriminazione: «Forse se fossi straniero non mi troverei in questa situazione, un sostegno me l’avrebbero garantito. Non ce l’ho con gli extracomunitari, ma con i nostri politici che si dimenticano di noi cittadini».

di Daniele De Salvo