Lecco, 24 dicembre 2013 - «A quanto pare si compie la buffonata con la grande bugia sulle Province». Non usa mezzi termini il presidente della Provincia Daniele Nava nel giudicare l’ennesimo passo verso la riforma degli enti. «Si tratta - afferma Nava - di una bugia detta ai cittadini per far credere che ci sia risparmio ma in realtà non ci sarà, si fa riforma senza passare da enti come prefetture, parchi, consorzi a tanto altro e si colpisce la provincia solo per dare in pasto ai cittadini qualcosa. La classe politica rimarrà ma invece che i cittadini ad eleggerla sarà nominata dai partiti, ci sarà incertezza su deleghe e compiti, l’efficienza diminuirà senza risparmio perché i lavori costano uguali e il personale rimane. È una cosa ridicola e senza senso e non c’è alcun beneficio per i cittadini e non c’è il risparmio che dovrebbe essere l’unico obiettivo. Maroni farà ricorso alla Corte costituzionale per cui speriamo che si sia ancora spazio. Purtroppo hanno convinto la gente di qualcosa di non vero, hanno preso in giro i cittadini e ora nessuno ha il coraggio di dire la verità».

«Come Italia dei Valori - spiega Giancarlo Valsecchi - abbiamo raccolto firme per abrogarle, con questi trasferimenti che hanno le Province non capisco chi si ostina a mantenerle. Non si può fare nulla sui bilanci è come andare in campo e saper già che perdi la partita. Questa è la cosa è giusta ma deve essere ben definito a chi vanno le deleghe e servono i trasferimenti ai comuni altrimenti come fanno a fare le cose? Quindi giusto abrogarle ma va definito bene il futuro».

Decisamente contro questa scelta Italo Bruseghini, capogruppo del Pd, che afferma: «Hanno chiacchierato per anni e alla fine hanno preso la catena più debole e lì hanno colpito. Dietro questa scelta non c’è un ragionamento politico e un risparmio, prima di toglierle si doveva riorganizzare gli enti locali, verificare Comunità montane, consorzi, parchi e tutti quei doppioni che ci sono già».

Per Bruseghini la questione è delicata e ci saranno problemi: «La nostra situazione è diversa da altre parti d’Italia perché la Regione aveva delegato parecchio. Non mi frega se chiudono le Provincie ma devono dare servizi ai cittadini cosa di cui oggi non c’è certezza. Poi non c’è elezione diretta, torniamo ai comprensori dove si discute ma poi non si decide. Rimarrà il Pirellino, rimarrà la Provincia che cambierà solo la forma. Il Pirellino che costa 300mila euro all’anno resta lì, invece si sono accaniti con l’ente più vecchio. Rincorriamo i problemi senza mai risolverli. Hanno discusso per vent’anni di Lecco provincia e questo è il risultato dell’improvvisazione politica».