Abbadia Lariana (Lecco), 23 dicembre 2013 - «Voglio essere ottimista ancora anche se questo ennesimo stop è preoccupante». Così Rocco Cardamone, consigliere provinciale e ideatore della ciclabile di collegamento fra Abbadia e Lecco, manifesta la sua amarezza e le sue preoccupazioni di fronte al nuovo blocco dei lavori a causa di un ricorso al Tar. Di fatto il consorzio stabile Aedars Scarl ha presentato ricorso al Tar contro l’Anas. Ricorso giudicato non ammissibile al Tar del Lazio e quindi trasferito a quello lombardo per competenza territoriale.

Anas in un comunicato spiega: «Dopo il provvedimento di interdizione emesso dalla prefettura di Roma a carico dell’impresa che nella gara si era aggiudicato l’appalto, Anas ha dovuto avviare la procedura di interpello verso le altre ditte tra quelle che avevano partecipato alla gara, individuandone una che ha offerto la propria disponibilità a eseguire le opere a partire già dalla fine dello scorso mese di novembre. Nel frattempo l’impresa che originariamente si era aggiudicata l’appalto ha presentato ricorso al Tar»

Ora il timore è che l’affidamento alla nuova ditta possa essere fermato e con esso il procedere dei lavori. «Sono in attesa di una comunicazione da parte del direttore Anas della Lombardia -<WC1> spiega Cardamone - e dovrebbero farmi sapere qualcosa per domani. Di fatto la ditta che aveva l’appalto e che era anche in ritardo di parecchio ha fatto ricorso legittimamente, la speranza è che questo ricorso non blocchi l’affidamento all’altra impresa, altrimenti questo creerebbe problemi qui da noi ma anche a una serie di cantieri in tutta Italia».

Per il consigliere la situazione potrebbe diventare davvero grave: «Non so quanto possa interferire l’azione di tutela nel nuovo affidamento ma se qui si ferma tutto chissà quanto tempo ci vorrà per riprendere. Voglio sperare che non accada, siamo ormai all’esito finale, “o si fa l’Italia o si muore”, non ci può essere una ulteriore decantazione: o si salta il fosso o quest’opera va a finire nell’album delle vergogne italiane che è ormai sterminato anche con opere più grandi della ciclabile».

«Non voglio che diventi l’ennesima figurina di questo album delle incompiute - continua Cardamone -. Spero che si trovi una soluzione, voglio essere ottimista. Purtroppo il cammino è infestato di trappole e imprevisti, siamo il Paese dove la burocrazia la fa da padrona nel modo peggiore, qui ci sono risorse e disponibilità economiche, ma siamo testimoni di uno stallo che dura ormai da anni. Si perde l’occasione di far crescere l’economia e si toglie al territorio la possibilità di fruire di un’opera che è fondamentale per la crescita e la sicurezza».

stefano.cassinelli@ilgiorno.net