Barzio (Lecco), 9 dicembre 2013 - Il week-end dell’Immacolata, tipica data che segna l’inizio della stagione sciistica, non ha deluso in Valsassina, dove gli impianti sono aperti da una settimana. «Sabato abbiamo avuto circa 3.000 persone delle quali 2.500 salite da Barzio e le altre dalla Valtorta - assicura Massimo Fossati, amministratore delegato di Imprese turistiche barziesi -. Mentre ieri sono stati 3.500 gli sciatori. Non sono numeri eccezionali ma sono indubbiamente buoni. Anche per la circostanza che abbiamo aperto il 30 novembre ci saremmo potuti aspettare di più. Ma, in ogni caso, sono numeri assolutamente soddisfacenti».

Tutto l’arco alpino ha però registrato qualche punto percentuale in meno di presenze rispetto al passato in questo fine settimana. Ancora Fossati sottolinea: «I problemi sono fondamentalmente due: manca la neve sulle montagne e in pianura ci sono 15 gradi. Di fatto le piste sono tutte innevate e anche la qualità della neve è buona. Si mostra, infatti, compatta e offre un’ottima sciabilità. Però le cime non sono innevate e questo non fa entrare le gente nello spirito dello sci. Poi le alte temperature che ci sono in città non fanno venire voglia alla gente di sciare. È un peccato perché qui da noi ci sono 50 centimetri di neve e si scia bene. Ma la stagione è partita comunque in maniera positiva e abbiamo ancora qualche mese davanti per attrarre appassionati vecchi e nuovi».

Purtroppo anche il vento ha creato qualche problema alle piste della Valsassina tanto che venerdì gli impianti sono stati fermi per alcune ore perché le raffiche non permettevano di movimentare la funivia che da Barzio sale ai 1.800 metri di Bobbio. Nei prossimi giorni non sono previste perturbazioni e le temperature dovrebbero romanere ancora piuttosto alte. Questo non dovrebbe creare problemi particolari in considerazione che i cannoni spara-neve sono in funzione. Certo è che rispetto alla media stagionale, dopo il periodo freddo di fine novembre con nevicate anche a quote abbastanza basse, adesso il caldo non favorisce le località sciistiche che devono lavorare per mantenere le piste in buone condizioni e non stimola nemmeno i potenziali sciatori a mettersi in viaggio per raggiungere la montagna.