Robbiate, 4 dicembre 2013 - «Pronto, buona sera, scusi se la disturbo, sono Papa Francesco». Per qualche istante lei è rimasta in silenzio, combattuta tra l’incredulità e il timore che si trattasse di uno scherzo e la gioia di una chiamata inattesa. In una frazione di secondo ha tuttavia realizzato che quel numero sono in pochi ad averlo e che l’unica persona a cui lo aveva dato oltre ai familiari era appunto il Papa.

La voce calma e suadente e l’accento inconfondibile inoltre hanno definitivamente sgomberato i dubbi per convicerla che veramente dall’altro capo della cornetta si trovava Jorge Mario Bergoglio, il successore di Pietro. 

A ricevere la telefonata è stata una 77enne di Robbiate, che all’inizio di novembre ha scritto a Sua Santità per raccontarle di sè, della sua famiglia, delle gioie, delle speranze, delle difficoltà quotidiane. «Caro Papa, sono una signora di Robbiate, un piccolo paesino in provincia di Lecco. Mi scuso subito per gli errori che sicuramente farò; sa, sono andata a scuola ormai 60 anni fa», cominciava la missiva.

E una settima dopo, il 10 novembre alle 20.32 in punto, una data e un’ora che non dimenticherà mai più, il suo cellulare è squillato. «Ci speravo che mi contattasse, intimamente ci confidavo, ma non avrei mai immaginato che ciò potesse succedere e propria a me, invece...».

La pensionata non vuole rivelare il contenuto né del suo scritto, né della conversazione. Si tratta di vicende personali, soprattutto sarebbe un poco come tradire la fiducia che il capo della Chiesa cattolica ha riposto in lei.

«E' stata come una specie di confessione intima - si limita a riferire -. Gli ho parlato di me stessa, della mia vita, della mia fede, di tutti i doni che ho ricevuto, i figli, mio marito. Ci siamo intrattenuti a lungo a parlare del futuro e dei nostri giovani. Mi ha regalato molta serenità e sicurezza, una sensazione indescrivibile». Solo alle 21 inoltrate si sono salutati con affetto, quando Francesco si è scusato perché una suora lo stava avvisando che era pronta la cena e che quindi doveva lasciarla per andare a tavola a mangiare.

L’unico particolare che può divulgare è che il Papa le ha chiesto di pregare per lui. «Prega per me per favore, anche io ne ho bisogno perché sono un uomo come tutti», mi ha chiesto. Io lo farò, dovremmo farlo tutti, non solo lui per noi».

È stata invitata anche a Roma. Avrebbe dovuto incontrarlo in udienza privata il sabato successivo, ma l’emozione del momento dopo la telefonata con il Papa le ha giocato un brutto scherzo, ha compreso male il giorno e si è presentata in Vaticano domenica, 24 ore più tardi.
«Ma abbiamo concordato un nuovo appuntamento e presto potrò finalmente vederlo di persona».