Merate, 23 novembre 2013 - Quando nel 2008 aveva ricevuto l’Ambrogino d’oro di Merate, suo paese d’origine, si era presentato in municipio accompagnato da una decina di bambini rom, chiedendo a tutti, “almeno per una volta”, di applaudirli. Chissà se farà lo stesso anche il 7 dicembre quando ritirerà un altro Ambrogino d’oro, ben più prestigioso, quello di Milano? Di certo loro in platea, insieme ai tanti minori non accompagnati che assiste, ci saranno per ammirarlo mentre gli verranno consegnate la medaglia d’oro e la benemerenza civica a don Massimo Mapelli, “Mimmo” per gli amici, 41 anni, sacerdote di Merate appunto, dove è nato e cresciuto prima di diventare prete e dedicarsi agli ultimi attraverso la Caritas.

E sicuramente assisteranno all’evento anche molti brianzoli, in particolare i compaesani delle frazioni di Pagnano e di Cicognola, dove torna spesso dalla mamma e dalla sorella, e dove il padre Franceschino ha lasciato un segno indelebile per il suo impegno civile in parrocchia, tra le fila della Dc e per il recupero della storica chiesetta di San Giuseppe, restaurata grazie alla brillante intuizione di organizzare l’ormai tradizionale festa dei papà. “Dedico questo riconoscimento a tutte le storie di vita che ho incontrato  e a tutte le persone che silenziosamente collaborano con me - commenta lui -. Ma soprattutto auspico che Milano, in vista dell’Expo 2015, diventi la città dell’accoglienza”.

A imporgli le mani e ordinarlo al termine del percorso vocazionale in seminario è stato il 7 giugno 1997 il cardinale Carlo Maria Martini, una figura che determinante per le sue scelte. Poi l’incarico come coadiutore nella parrocchia di Santa Maria Nascente a Paderno Dugnano, dove è rimasto sette anni prima della scelta radicale dell’impegno a favore dei nomadi nelle baraccopoli dell’hinterland metropolitano insieme agli operatori della Casa della carità. E di recente la nomina a responsabile della Caritas ambrosiana della zona sei della diocesi ambrosiana: “Mi occupo tra il resto di diversi minori senza familiari approdati in Italia a Lampedusa sulle navi della speranza”.