Nibionno (Lecco), 22 novembre 2013 - In questi giorni avrebbe compiuto vent’anni. Li avrebbe festeggiati a Maidstone, nel Kent, col suo amico di sempre. Ma {{WIKILINK}}Joele Leotta{{/WIKILINK}} se n’è andato prima. Un mese fa, quattro baldordi hanno fatto irruzione nella sua stanza e lo hanno massacrato di botte. «Qui è tutto perfetto», aveva scritto appena qualche ora prima sulla propria pagina Facebook. Aveva trovato un lavoro come cameriere in un ristorante italiano, stava imparando l’inglese e con lui c’era l’inseparabile coetaneo Alex Galbiati di Rogeno. I due erano già in pigiama, stavano guardando un film alla tv e programmando l’indomani, quando avrebbero voluto compiere un giro turistico nella capitale del «giardino di Londra» dove erano approdati da nemmeno una settimana. Nel giro di dieci interminabili minuti di follia sogni, speranze e progetti di un ragazzo intraprendente sono stati spazzati via come l’intera sua esistenza, stroncata sotto i feroci colpi di un branco di lituani ubriachi che forse hanno voluto fargli pagare colpe inesistenti, quella di una professione migliore e di essere un italiano. «Ciao Jo», lo ha ricordato Alex proprio negli stessi istanti in cui il mese scorso si stava consumando la mattanza. «È un arrivederci, non un addio».

Un arrivederci in attesa che almeno quella salma straziata da sberle, pugni e pedate assestate con pesanti scarponi torni a casa. Quando però non si sa, date certe nessuno è in grado di indicarle. Inizialmente si parlava di quattro, sei settimane, ma probabilmente ne occorreranno di più. I risultati definitivi dell’autopsia non sono stati ancora depositati e inoltre i quattro alla sbarra potrebbero chiedere altri accertamenti. Hanno tutti tra i 21 e i 30 anni. Il 27 gennaio si presenteranno di nuovo davanti ai giudici della Corte della Corona per dichiararsi colpevoli o innocenti. Indipendentemente da quello che diranno entro aprile al più tardi il processo a loro carico dovrebbe chiudersi, senza possibilità di appello. Se ammetteranno tutto potrebbero cavarsela con vent’anni di carcere, gli stessi che Joele avrebbe dovuto compiere ma non compirà mai, altrimenti rischiano l’ergastolo, quattro giovani vite per saldare il conto della distruzione di un’altra giovane vita che nessuno tuttavia potrà restituire alla mamma, al papà, al fratellino e a quanti lo conoscevano.

di Daniele De Salvo