Merate, 21 novembre 2013 - Un Top Gun italiano in prima linea, a presidiare uno dei fronti più caldi dell’Afghanistan e della guerra al terrorismo, quello di Shindand. Il colonnello dell’Aeronautica militare tricolore Luca Vitali, 44 anni di Merate, è a capo dell’Italian air advisory team. Il suo compito è quello di addestrare i militari del posto per insegnare loro a gestire la logistica e sviluppare le capacità operative in maniera tale che siano in grado a loro volta di formare gli altri colleghi.

Le attività che sovrintende comprendono tutto quello che occorre sapere affinché entro il 2015 i soldati afghani siano in grado di gestire in completa autonomia la base che sorge in uno dei punti strategici di quell’angolo di Medioriente in vista del 2017, il D-day della totale indipendenza degli operatori dell’Afghan air force. Ciò comporta acquisire nozioni su infrastrutture, gestione del personale, amministrazione, trasporti, intelligence, comunicazioni, rifornimenti, vettovagliamenti, sicurezza, assistenza media, meteo, manutenzione, organizzazione e pianificazione. Alle sue dipendenze ci sono 35 uomini, dieci ufficiali e 25 sottufficiali, affiancati da altri 61 istruttori statunitensi e dieci ungheresi.

È la sua prima volta nella roccaforte dei terroristi, ma alle spalle vanta una lunga esperienza in ambito internazionale, perché proviene dall’ufficio di cooperazione internazionale della direzione nazionale degli armamenti dello stato maggiore, un incarico che lo porta spesso all’estero. Inoltre ha partecipato direttamente a missioni in tutto il mondo, tra cui quella dei Balcani. In tasca ha tre lauree, oltre 2.600 ore di volo molte delle quali sull’Amx, è stato il migliore del suo corso in Accademia a Pozzuoli, è diventato comandante del 103° gruppo cacciabombardieri di stanza a Istrana, provincia di Treviso, quindi dell’intero Reparto operativo dell’aeroporto veneto e da aprile, dopo l’esperienza di Roma, appunto l’Afghanistan. Ma nel 2011 è stato nominato anche Cavaliere della repubblica e inoltre ha ricevuto molte onorificenze.

«Abbiamo molto lavoro da sbrigare, ripagato però da tante soddisfazioni quando vediamo i colleghi afghani raggiungere i risultati prefissati - racconta il graduato, che a dicembre prossimo tornerà in Brianza -. Mi è capitato di commuovermi durante le cerimonie di consegna degli attestati dei corsi che sono stati svolti». Il contesto non è dei più facili, anzi. Solo il mese scorso la base azzurra è divenuta in diverse occasioni il bersaglio di razzi lanciati a distanza e la zona è stata teatro di scontri a fuoco, fortunatamente senza che si siano registrati feriti.