Lecco, 17 novembre 2013 - Nonostante la caviglia slogata o forse addirittura rotta è riuscita a raggiungere un luogo sicuro, ma il dolore era troppo forte per poter pensare di tornare a valle sulle proprie gambe. Per questo sono stati mobilitati gli operatori del Soccorso alpino che hanno impiegato tre ore per raggiungerla e accompagnarla in ospedale.

Protagonista della disavventura è stata una trentenne di Castellanza, provincia di Varese, che questo pomeriggio, domenica, insieme ad un amico dello stesso paese, ha deciso di cimentarsi in un’arrampicata sull’Antimedale, percorrendo la via Chiappa. Durante la risalita però si è staccato un pilastrino di roccia che l’ha ferita ad un arto inferiore.

Aiutata dal compagno di risalita ha ultimato l’ascesa, quindi i due hanno chiesto aiuto. L’allarme è stato lanciato verso le 19.15, quando ormai però era quasi buio. Per agevolare il salvataggio i vigili del fuoco hanno piazzato potenti fari alla base del pendio in modo da illuminare il più possibile il passo dei volontari del Cnsas della XIX delegazione lariana.

Una volta individuata la persona in difficoltà i soccorritori l’hanno dovuta assicurare una barella e quindi trasportarla a forza di braccia scendendo per un canalone molto scosceso e instabile, con il rischio di scivolare o di essere loro stessi colpiti dalle scariche dei sassi instabili. Fortunatamente tutto è filato per il verso giusto e non si sono verificati altri inconveniente.

Alle 22 la paziente è stata affidata ai paramedici della Croce rossa di Lecco, che l’hanno attesa in via Quarto e da qui l’hanno trasferita in ambulanza all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, dove è stata trattenuta in osservazione e ha potuto ricevere le cure del caso. I sanitari non avrebbero comunque riscontrato nulla di troppo grave, solo una probabile distorsione alla caviglia.