Abbadia Lariana (Lecco),  17  novembre 2013 - La giovane mamma di Abbadia Lariana che ha ucciso il figlio di nemmeno tre anni a breve verrà trasferita a Castiglione delle Stiviere. Secondo gli psichiatri che la stanno assistendo il Bassone di Como dove è detenuta non è la struttura idonea per Aicha Christine Eulodie Coulibaly, la 25enne originaria Costa d’Avorio di Abbadia Lariana che all’alba del venerdì 25 ottobre scorso ha accoltellato con una forbiciata dritta al cuore il proprio ultimogenito Nicolò. Le altre detenute, contrariamente a quanto si temeva, l’hanno accolta bene e le guardie carcerarie l’hanno presa sotto la loro ala protettiva, ma la paura è che quando si renderà pienamente conto di quanto ha commesso possa crollare, tentare un gesto estremo o atti di autolesionismo.

Ha bisogno dunque si supporto e assistenza, ma anche di personale specializzato che le stia accanto e l’ospedale giudiziario in provincia di Mantova è il posto adatto per lei. Lì si trova anche Mary Patrizio, la donna di Casatenovo che adesso ha 37 anni, che il 18 maggio 2005 ha annegato il figlioletto Mirko di soli cinque mesi, cercando poi di inscenare una rapina. Secondo i primi medici che l’hanno visitata, l’ivoriana, si legge nei referti clinici, è stata colta da un «eccesso psicotico». La tesi più accreditata al momento è quindi che abbia agito in seguito ad un raptus di follia in seguito ad una profonda depressione. «Ha spiegato che non aveva riscontrato alcun problema fino a qualche mese fa - riferisce l’avvocato Sonia Bova, il suo difensore, che appena può si reca in visita da lei -. Con la nasciata della seconda figlia ha cominciato a soffrire».

«Adesso- prosegue - prova un senso di solitudine. Paradossalmente ha ammesso che Nicolò era il bimbo a cui era più legata, perché stavano sempre insieme e le teneva compagnia». Difficile stabilire cosa sia scattato di preciso: «Ha parlato di voci che le avrebbero imposto come comportarsi». Durante l’interrogatorio che lei stessa ha sollecitato, al pm incaricato del caso, il sostituto procuratore Cinzia Citterio, ha narrato passo passo quei tragici momenti: era quasi l’alba, lei e il marito si trovavano al piano inferiore della loro abitazione, voleva discutere con lui, ma quest’ultimo avrebbe risposto di essere molto stanco. Poi d’improvviso ha adagiato il piccolo sul divano e lo ha pugnalato. Quindi si è scatenato il caos