Abbadia Lariana, 1 novembre 2013 - Si delineano i contorni su quanto accaduto ad Abbadia dove Aicha Coulibaly ha ucciso il figlio Nicolò Imberti con un colpo al petto con una forbice. Dagli interrogatori sono emersi una serie di particolari che sono ancora al vaglio degli inquirenti per effettuare i riscontri anche in relazione alle tracce ematiche all’interno dell’abitazione nella frazione di Novegolo.

Da quanto emerge è quasi certo che la 25enne originaria della Costa d’Avorio non abbia tentato di far del male alla bambina più piccola di nome Sara. Tant’è che anche gli inquirenti confermano che se ci fossero stati riscontri su un tentativo di omicidio anche nei confronti della bimba la madre oltre che per l’omicidio di Nicolò sarebbe stata indagata anche per il tentato omicidio della secondogenita.

Pare confermato che Laura, sorella di Stefano Imberti, appena giunta sul luogo della tragedia abbia tolto dalle braccia di Aicha la piccola che era sporca di sangue. Proprio per questo la bambina è stata trasportata in ospedale, perché sulle prime si riteneva che fosse pure lei ferita. In realtà il sangue su Sara era quella del fratello che era stato colpito al cuore con le forbici. Le verifiche in ospedale hanno fugato ogni dubbio su eventuali violenze rivolte verso la bambina.

Altra questione importantissima è capire che cosa abbia fatto scattare il raptus. Da quanto emergerebbe dai riscontri effettuati e dalle testimonianze raccolte pare che all’origine della tensione ci sia una fortissima gelosia da parte di Aicha nei confronti del compagno Stefano per diverse ragioni. In primis il fatto che l’ex moglie di Imberti lavorasse ancora con l’idraulico mandellese. Inoltre la giovane donna africana avrebbe ricevuto messaggi anonimi in cui il suo compagno veniva accusato di tradirla e questo sarebbe stato motivo di scontro all’interno della coppia.

Va anche considerato che queste sono in parte congetture perché durante gli interrogatori la giovane è apparsa assente, a tratti irrispettosa dell’autorità e più volte avrebbe riso istericamente. Quando non si è avvalsa della facoltà di non rispondere non è stata comunque collaborativa al di là di ammettere di aver colpito il bimbo. Da ciò che emerge pare che la coppia avesse discusso la sera e quindi vi fosse una certa tensione.

Durante la notte la bambina avrebbe svegliato Aicha e Stefano perchè piangeva, la mamma l’avrebbe presa in braccio e sarebbe stata brusca nel cercare di farla smettere di piangere, a quel punto il papà avrebbe tolto la bambina dalle braccia della madre per cercare di tranquillizzarla scendendo al piano sottostante. In questo frangente la donna in un probabile attacco d’ira avrebbe colpito Nicolò. Subito Stefano Imberti si è gettato sul bambino per soccorrerlo e nel tentativo di uscire di casa ha rotto anche la chiave della porta d’ingresso. Sarebbe quindi andato verso la finestra del piano terra e di li è uscito per andare a chiedere soccorso ai vicini che poi hanno chiamato il 118.

Sono tutti aspetti e i riscontri emersi dalle testimonianze che saranno importantissimi per la relazione dei medici che dovranno fare una valutazione psichiatrica su Aicha Coulibaly. Stabilire se la giovane mamma era in grado di intendere e di volere rappresenterà la differenza tra carcere o struttura psichiatrica.