Sirtori, 31 ottobre 2013 - Conto alla rovescia per il processo d’appello di {{WIKILINK}}Samuele Corbetta{{/WIKILINK}}, il 32enne di Sirtori volontario dal 2005 in una missione di San Lucas in Guatemala che a luglio è stato condannato a otto anni di carcere perché ritenuto colpevole di aver abusato di una bimba delle elementari, alunna della scuola che lui stesso ha contribuito a costruire e dove prestava servizio.

Il brianzolo, insieme ai genitori e quanti lo conoscono, spera che possa finalmente provare la propria innocenza e che i giudici della corte speciale, che si riuniranno entro fine mese, ribaltino la sentenza di primo grado. All’opera ci sono anche i funzionari e gli avvocati della Farnesina, ma non si sa quanto tempo occorrerà per il nuovo pronunciamento. Nelle scorse settimane papà Roberto, pensionato di 62 anni e mamma Emiliana Colombo hanno incontrato personalmente anche il ministro degli Esteri Emma Bonino per chiederle di intervenire sulla complicata vicenda. «Sul fronte legale dopo quanto è successo purtroppo non siamo ottimisti - racconta la madre -. Auspichiamo però che si possa arrivare al più presto alla stipula di un trattato bilaterale tra il nostro Paese e quello Sudamericano sull’estradizione dei detenuti, un accodo che purtroppo a oggi non esiste. In tale modo potremmo almeno riportare nostro figlio a casa, vicino a noi».

Oggi continua a rimanere rinchiuso in un carcere del posto, una struttura dove comunque gli viene riservato un trattamento dignitoso, in una cella singola, che ha potuto arredare anche con un televisore. Inoltre frequenta una sorta di programma di recupero e segue attività sociali. Può anche ricevere visite e telefonare. «Il problema è che chiamare costa veramente tanto, per questo lo sentiamo di rado e molto velocemente. Mio marito è rimasto lì sino a settembre, ma poi è dovuto rientrare, perché il viaggio è molto caro, qui abbiamo anche un altro figlio. Non abbiamo mai chiesto nulla a nessuno, e non lo faremo mai sino a quando non ci saremo ridotti sul lastrico. Siamo persone discrete. Ci aspettavamo magari qualche forma di sostegno da parte degli amministratori locali, invece...». E invece nulla, il sindaco del paese Davide Maggioni non si è mai messo in contatto con loro, nemmeno il prevosto dopo la pronuncia della pesante condanna.

di Daniele De Salvo