Nibionno, 30 ottobre 2013 - Joele Leotta è deceduto a causa delle gravi ferite alla testa. Secondo il coroner incaricato dell’autopsia, il 19enne di Nibionno che domenica della passata settimana è stato ammazzato di botte a Meidstone, nel Kent, è morto per un violento trauma cranico. Il giovane sarebbe stato colpito al capo con calci, pugni e probabilmente anche con un bastone.

Le prime risultanze dell’autopsia coincidono con quanto riferito da un testimone che ha assistito alla drammatica aggressione, uno chef spagnolo collega del brianzolo che abitava nello stesso edificio dove si è consumata la spedizione punitiva. L’iberico infatti ha raccontato agli investigatori di aver visto i quattro balordi lituani incriminati dell’omicidio infierire sul ragazzo lecchese anche quando questi ormai era a terra sul pavimento.

Intanto è stato riaperto al pubblico il “Vesuvius restaurant” di  Lower Stone Street, il locale dove il nibionnese e il coetaneo Alex Galbiati di Rogeno da qualche giorno erano stati assunti come camerieri e sopra il quale alloggiavano. I proprietari, fratello e sorella napoletani non vogliono commentare l’accaduto, mentre gli altri dipendenti sostengono di non conoscerli bene perché si trovavano in Inghilterra da troppo poco.

Venerdì invece i quattro presunti assassini saranno interrogati. Avrebbero dovuto essere ascoltati dai magistrati già lunedì, ma si è verificato un disguido e l’udienza è stata rimandata. Sono stati fermati poco dopo l’assalto: uno abita nello stesso stabile che è divenuto la scena del crimine, gli altri connazionali erano spesso ospite da lui e per questo era stato sfrattato.

Si ipotizza che ce l’avessero con gli ultimi arrivati perché pensavano fossero stati i due a farli cacciare, oltre che perché svolgevano una mansione molto più qualificata della loro. L’alcol e la droga che probabilmente hanno assunto prima di scatenare la loro furia non avrebbe che peggiorato la situazione.