Mandello, 26 ottobre 2013 - «Stefano era lì che piangeva e chiedeva aiuto con il suo bambino in braccio insanguinato». Così inizia il racconto di Antonietta Venini, vicina di casa di Stefano Imberti e Aicha Coulibaly. «Stavamo dormendo – spiega la pensionata, che è anche volontaria del Soccorso mandellese e che per prima ha prestato soccorso – quando abbiamo sentito gridare e suonare alla porta, abbiamo aperto e questa è stata la scena che ci si è presentata davanti. Stefano chiedeva aiuto e mio figlio ha subito chiamato il 112 per chiedere di intervenire con l’ambulanza. Stefano stringeva il suo bambino e piangeva. Si è messo in ginocchio sullo scalino d’ingresso di casa nostra e sembrava voler proteggere il piccolo. Sono stati momenti terribili, mentre Aicha era pochi metri più in là, seduta su un vaso. Poi sono arrivati i soccorsi e i carabinieri».

Ancora tante le domande che si fanno i vicini che pur avendo assistito alla scena non sanno darsi risposta su quello che è accaduto e come. «La prima cosa che mi viene in mente – spiega Antonietta Venini – è che ieri sera mio figlio ha incontrato qui davanti a casa Aicha e si sono fermati a scambiare due chiacchiere, lei ha chiesto come stavamo se era tutto apposto. Era tranquilla come sempre, nulla avrebbe potuto far immaginare una cosa come quella che è accaduta poche ore dopo. Erano una coppia felice, in tre anni che abitano qui non li ho mai sentiti litigare una volta, lei anche con i bambini era brava e loro uscivano spesso, anche questa estate li ho visti tanto volte andare fuori a cena. Sembrava che tutto fosse perfetto, si volevano bene ed erano davvero una bella famiglia, non riesco a capire che cosa essere accaduto».

Ma i misteri sono anche altri, starà ai carabinieri cercare di fare chiarezza. «Non ho idea del perché Stefano con il bambino sia uscito dalla finestra invece che dalla porta, non so immaginare che cosa è realmente accaduto in quella casa. So solo che stamattina ho pulito il sangue dal davanzale e dal muro. È stato terribile».

I racconti dei vicini sono tutti simili e anche Teresa Torchia parla di una situazione familiare che appariva perfetta. «Nicolò andava al primo anno di asilo mentre mio figlio è al secondo. Loro giocavano insieme e Aicha sembrava una mamma davvero brava, era dolce e sempre sorridente, non ho idea di che cosa possa essere accaduto. So solo che questa notte quando era lì fuori, era assente, parlava come se nulla fosse accaduto, chiamava sua figlia Sara e Nicolò, sembra non rendersi conto di quello che stava accadendo e di quello che aveva fatto, ho avuto l’impressione che fosse sotto l’effetto di qualche sostanza».

Erano circa le 3.10 quando tutto è accaduto, in quei terribili attimi tutto sembra rallentato. «Il papà era sull’uscio dei vicini in lacrime che teneva a sé il bambino - spiega ancora Teresa -. Sono rimasta lì un pochino ma non potevamo fare nulla, poi è arrivata l’ambulanza e sinceramente pensavamo che Nicolò non fosse in pericolo di vita. Ad un certo punto sono rientrata perché il mio bambino era in casa e logicamente per il trambusto era agitato».

Incredulo anche Sergio Conca che conosce la donna. «La vedo spesso passare con il passeggino, tante volte era con il nonno dei bambini. È una donna molto gentile e sorridente, sembrava sempre serena ed è una donna molto bella e curata così come i bambini erano sempre curati, proprio due bei piccolini. Quello che è accaduto ha dell’incredibile perchè sembrava una persona assolutamente serena e tranquilla, non avrei mai pensato che potesse commettere un gesto del genere».

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