Nibionno (Lecco), 26 ottobre 2013 - Si trovavano nel posto sbagliato e al momento sbagliato, quando una banda di balordi lituani ha deciso di sfogare tutta la rabbia repressa per un lavoro che non trovava contro chi invece un impiego lo aveva, sebbene come loro ha dovuto lasciare casa e affetti per costruirsi un futuro all’estero. Una mattanza, quella di Joele Leotta, 19 anni di Nibionno e l’amico coetaneo Alex Galbiati di Molteno, che assume sempre più i contorni di una storia di emigrazione difficile e di integrazione che pare impossibile, ma che si mischia anche con ipotesi di vendette trasversali con le quali i due giovani italiani non avevano nulla a che vedere ma che potrebbero aver pagato in prima persona. (Foto: chi era Joele Leotta)

Gli investigatori inglesi, che ieri nel frattempo avrebbero formalizzato l’arresto di un ulteriore sospettato, un trentenne subito rilasciato su cauzione, devono ancora scoprire il movente. Quello che è certo è che i brianzoli si trovavano nella loro stanza e che sono stati assaliti di sorpresa. Enrique, uno chef spagnolo loro vicino di camera, è stato l’unico che ha tentato di difenderli, ma quegli animali hanno aggredito anche lui. Ha raccontato che Joele era riverso a terra, rannicchiato sul pianerottolo delle scale dove era scappato per raggiungere l’uscita, le bestie gli erano addosso e lo tempestavano di calci, uno impugnava anche una spranga. «Italian crap, you’re stealing our jobs», urlavano, «Italiano di merda, tu ci stai rubando il lavoro». Alex invece era inchiodato al muro, immobilizzato con le mani al collo.

Quando i poliziotti hanno fatto irruzione in quel palazzo di Lower Stone Street nel centro di Maidstone ormai era tardi, il massacro si era già consumato. A chiamare i “bobby” è stato Jin Cheng, proprietario del “Laughing Buddha”, un ristorante che confina con il “Vesuvius”, la pizzeria in cui i due lombardi erano stati assunti come camerieri e sopra la quale si travava il loro alloggio. «Sentivo grida - racconta il commerciante -. Ho telefonato alla polizia, ci hanno messo dieci minuti. Dalla finestra ho visto anche le ambulanze, dopo è atterrato l’elisoccorso. Un giovane era già sulla lettiga, un altro sdraiato a terra ammanettato. Poi ho scorto un terzo ragazzo sul pianerottolo nell’androne, era incosciente e ricoperto di sangue». Si trattava di Joele. 

Lunedì comincerà il processo.