Nibionno, 23 ottobre 2013 - E' sgomento Ivan Leotta, il padre di Joele, il ragazzo ucciso in una terribile aggressione a Maidstone, nel Kent: "Joele era felicissimo di questa esperienza - racconta il padre all'Ansa con la voce rotta dall'emozione - siamo talmente frastornati che non riusciamo neppure a pensare, vogliamo capire. Era appena arrivato, non avrebbe neppure avuto il tempo per venire in attrito con qualcuno".

Joele era arrivato da una settimana in Inghilterra: "L'unica cosa certa e' che mio figlio e' stato ucciso, che si tratta di omicidio... sul movente io non posso ancora dire nulla. Era arrivato lunedi' 14 e il giorno dopo aveva cominciato a lavorare nel ristorante Vesuvius a Maidestone dove aveva trovato anche alloggio - ha spiegato ancora il padre - Se non sbaglio il ristorante e' gestito da italiani. Conosco anche l'altro ragazzo aggredito con il quale abbiamo cercato di parlare appena arrivati in Inghilterra. Gli investigatori che si occupano del caso per telefono non hanno voluto dirmi nulla". Anche il cugino Andrea Augutini, con la voce rotta dalle lacrime ha detto: "Non si puo' morire a vent'anni per cercare lavoro''. Il giovane si sfoga: "Si fa di tutto per non creare lavoro, e i giovani vanno addirittura a morire lontano da casa per guadagnare 800 sterline al mese, e non 20mila euro stando seduti. Mio cugino torna a casa in una bara, a vent'anni, dopo una settimana, mentre la gente che ci governa ruba soldi''.

IL SINDACO - Nibionno è una ''comunita' sconvolta'' dall'omicidio di Joele. Il sindaco Claudio Usuelli racconta che, da quanto ha appreso da ''fonti qualificate'', le nove persone che hanno aggredito Joele e il suo amico ''hanno sfondato la porta della loro camera, urlando: italiani di m..., ci rubate il lavoro. "Se questo non e' un movente razziale cos'altro", prosegue il sindaco.

"E' sconvolgente, afferma Usuelli, che "un ragazzo lasci il proprio Paese per cercare un'esistenza libera" e trovi la morte "da parte di energumeni, non vi sono per loro altre definizioni: sono delle bestie". Il sindaco di Nibionno polemizza anche con le autorita' inglesi che hanno avvisato con ritardo quelle italiane.

Poi l'affondo: "Le autorita' inglesi hanno avvisato con grave ritardo quelle italiane della tragica morte di Joele: i familiari lo hanno saputo attraverso un'amica del ragazzo che vive li'". Usuelli ringrazia i carabinieri della sua comunita' e la Farnesina che "si stanno impegnando al massimo per fare arrivare tutte quelle informazioni che gli inglesi invece ci hanno nascosto. E' solo grazie a loro che siamo riusciti a capire quello che era successo".

"Dobbiamo prendere lezioni di efficienza tutti i giorni da inglesi, tedeschi e altri, quando, in questo caso, i carabinieri di Costa Masnaga e la Farnesina si sono impegnati al massimo per dare informazioni alla famiglia di Joele. "I famigliari sono stati informati da un'amica del ragazzo dall'Inghilterra - ha spiegato il sindaco -: solo grazie ai carabinieri e alla Farnesina sono riusciti a capire che cosa era successo. Non dagli inglesi che si sono mossi in ritardo"

FACEBOOK - E' stato chiuso il profilo personale di Joele Leotta su Facebook, che appena il 17 ottobre, il giorno prima della tragica fine aveva postato una frase così: "Sono in Inghilterra, sto cercando di sistemarmi qui. Ho trovato lavoro in un ristorante italiano e ora sto imparando a fare il cameriere. Davvero tutto perfetto". Aveva modificato la sua città  attuale in Maidstone, aggiungendo il nuovo lavoro al Vesuvius Restaurant, gestito da un originario di Napoli.

Intanto, a meno di otto ore dalla notizia, un gruppo denominato semplicemente "Joele Leotta" ha radunato oltre 2mila iscritti. Parole di condoglianze, di tenerezza, ma anche di rabbia. "Noi pensiamo sempre che all'estero siano piu' civili di noi... Non è così, non solo in Inghilterra ma in generale, dobbiamo toglierci dalla testa che siamo un Paese sottosviluppato", scrive Giulia. "Bastardi, vogliamo giustizia", aggiunge Patrizia.

"Mio figlio e' in procinto di partire per la germania vivo con dolore la violenza subita - scrive - questi nostri figli che vogliono fare qualcosa per superare le difficolta' di lavoro in Italia". O un conoscente che scrive in inglese. "My friends always told me "Never go to England. There's the "italians hunting" (I miei amici mi hanno sempre detto non andare in Inghilterra, c'e' la caccia all'italiano).

''Sulla mia pagina facebook - ha detto Usuelli - molti ragazzi, amici in comune con Joele, hanno postato tanti messaggi di cordoglio al ragazzo e alla famiglia, e devo dire che non ho riscontrato ne' odio, ne' desiderio di violenza, nessuno ha detto 'andiamo a fargliela paragare'. Un plauso a questi ragazzi che nella tragedia hanno dimostrato di essere maturi