Esino Lario (Lecco), 20 ottobre 2013 - La Lac ha fermato una strage di tordi a Esino sequestrando una sessantina di tagliole che avevano già ucciso alcuni volatili. Luigi Parea, responsabile della Lega anti caccia di Lecco, spiega quanto accaduto:«Abbiamo fatto la prima uscita a Esino come vigilanza pensando che questa pratica fosse finita e invece ci siamo ritrovati di fronte all’ennesima mattanza. In Agueglio in un posto conosciuto e classico per le trappole, sotto la strada a soli dieci metri dalla carreggiata in una zona dove da sempre vengono messe le trappole e che avevamo già segnalato anche alla Provincia. Abbiamo sequestrato una sessantina di tagliole meccaniche, con una esca di bacca rossa, alcune con dentro tordi morti, anche decapitati».

Il responsabile della Lac esprime un giudizio molto duro su quanto accaduto e non risparmia critiche nei confronti del contrasto verso questa attività:«La cosa è grave se noi scendiamo dalla macchina e troviamo subito le tagliole andando a memoria storica. Ci viene da pensare che anche altri posti tradizionalmente utilizzati siano attivi. Ma perché la Polizia provinciale, che è informata sui posti, non fa più verifiche e controlli? Siamo sconcertati dal fatto che gli agenti del Nucleo faunistico vengono mandati a fare servizio sulle strada per il Giro d’Italia o di Lombardia, vengono messi a fare i servizi con il telelaser per fare cassa invece di essere impegnati in quello che per legge dovrebbe competergli ovvero il contrasto e il controllo di queste attività che dovrebbero essere il loro compito principale.

Capiamo che ci sono problemi economici e rende di più il telelaser che non fermare questa pratica abominevole ma chiediamo che l’amministrazione provinciale si prenda l’impegno in modo serio per fermare il bracconaggio». In questo periodo vengono messe le tagliole per prendere soprattutto pettirossi e tordi che poi vengono mangiati con la polenta durante l’inverno, resta però il fatto che questo sistema è illegale e chi viene sorpreso a utilizzarlo viene denunciato e nel caso si tratti di un cacciatore gli viene tolto il porto d’armi. Parea fa anche un’analisi storica di questa pratica e afferma: «Non siamo in un periodo in cui uno muore di fame, non sono più i tempi della guerra che la gente faceva così per sopravvivere, chi lo fa adesso è solo per farsi qualche mangiata con gli amici. Ma si tratta di un reato, di una cosa proibita e abbiamo dato indicazioni precise già in passato alla Provincia su chi potrebbe essere il responsabile. Le tagliole sono appese sugli alberi a circa due metri di altezza e quando scattano l’uccello resta dentro con il collo spezzato e addirittura a volte rimane decapitato».