Introzzo, 5 ottobre 2012 - Nuovo abbattimento di un cinghiale a Introzzo in Valvarrone e nuove polemiche con la Lega anticaccia di Lecco che chiude ogni possibilità di aprire l’attività venatoria per questi ungulati. L’abbattimento è avvenuto all’inizio dell’abitato di Introzzo, sotto la strada provinciale 67, la Polizia provinciale di Lecco ha colpito un esemplare di cinghiale maschio di circa un anno di 37 chili. Un agente del Nucleo faunistico, in pronta reperibilità, si è subito attivato dopo la segnalazione di un privato, che ha comunicato la presenza di tre cinghiali, poi dispersi per il sopraggiungere di alcuni residenti del luogo incuriositi.

Gli ungulati erano in zona perché attratti da alberi di noce e di mele, di cui sono particolarmente ghiotti. Come da prassi l’animale è stato poi trasferito presso la cella frigorifera di Dervio. Dopo l’ennesimo abbattimento Sandro Lavelli, guardia venatoria della Lac entra nel merito del dibattito: «Siamo contrari ad aprire la caccia perché alla origine del problema c’è un errore umano. Si rischia di mandare persone impreparate a sparare praticando un tipo di caccia particolarmente pericolosa se fatta con il cane. Quello che si sta creando con i cinghiali è dovuto al fatto che per anni è stato fatto deliberatamente, da ambienti vicini al movimento venatorio, un rilascio di animali. I primi furono liberati nel Triangolo lariano e li hanno lasciati i cacciatori. Il cinghiale disturba il capriolo, distrugge l’ambiente e le coltivazioni ma dobbiamo fare un esame di coscienza e cantare il mea culpa. I cinghiali li hanno liberati perché volevano fare attività venatoria, è noto che sono stati i cacciatori a lasciarli liberi».

Il rappresentante della Lac chiede che la caccia non sia aperta e afferma: «Si tratta di un discorso di rispetto e va al di là del fatto che noi siamo contro la caccia, è solo questione di buonsenso. È stato fatto un errore non fermando queste immissioni e adesso se ne vuole fare un altro aprendo la caccia? Per altro l’unica caccia quasi completamente sicura in questo caso è quella da aspetto fatta dalla Polizia provinciale, dare il via sul territorio alla caccia con i cani significherebbe farci scappare il morto prima o poi. Le regole non devono essere fatte dai cacciatori, nemmeno dai politici e nemmeno da noi che siamo anticaccia, le regole le devono fare i tecnici». Infine Lavelli dice chiaramente: «Qualunque cosa si faccia il cinghiale non verrà più tolto dal territorio, lo hanno immesso senza pensare alle conseguenze. Di certo comunque si deve continuare sulla linea seguita fin qui e non aprire la caccia altrimenti si rischia grosso».