di Daniele De Salvo

Lecco, 29 settembre 2013 - Il mago Antonio Casanova, all’anagrafe Antonio Montanari, come Harry Houdini. Il secondo a fine ’800 smascherava i medium, il primo ai giorni nostri demistifica i criminali che si servono di espedienti per derubare e truffare ignari cittadini, proprio come un tempo operavano i presunti paragnosti per raggranellare qualche soldo. E per svelare i trucchi dei malviventi il celebre illusionista di “Striscia la notizia” ha scelto Lecco, dove a metà settembre si è trasformato in un novello Arsenio Lupin per raccontare come ladri e imbroglioni sono in grado di sfilare dal collo catenine e orologi dal polso senza che le vittime di turno nemmeno se ne accorgano, che è quanto che è successo a Santa Maria Hoè e Valgreghentino a inizio mese, dove due anziane sono state borseggiate riferendo dalle pagine de Il Giorno di essere state in qualche modo quasi “ipnotizzate”.

La notizia ha subito catturato la curiosità del famoso inviato, che ha studiato e approfondito il fenomeno e contattato la nostra redazione per illustrare sul campo quanto scoperto. Il servizio è stato trasmesso ieri sera su Canale 5. A passanti e turisti a spasso per le vie del capoluogo manzoniano, il conduttore televisivo ha fornito dimostrazioni pratiche della cosiddetta programmazione linguistica. «Attraverso alcune richieste, all’apparenza banali, veniamo indotti a compiere azioni diverse da quelle che in realtà siamo certi di effettuare oppure a distogliere la nostra attenzione da quanto ci capita attorno», spiega il mago. Ad esempio basta focalizzare una mappa portata da un estraneo che chiede indicazione stradali per non avvedersi che qualcuno sgancia il fermo di una collanina in oro.

Alle simulazioni ha collaborato anche la Polizia di Stato della Questura lecchese. «Quella che spesso viene impropriamente indicata come ipnosi in realtà altro non è che una forma di condizionamento - suggerisce Antonio Casanova -. Per evitare di cadere nella trappola è sufficiente non soffermarsi a parlare troppo a lungo».

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