mandello Del Lario, 29 settembre 2013 - Appeso alla parete a centinaia di metri da terra per ore in attesa che i soccorsi andassero a recuperarlo. È la brutta avventura vissuta ieri pomeriggio da uno scalatore milanese che, insieme al compagno di cordata, si era avventurato sulla celebre via Oppio al Sasso Cavallo, l’imponente muraglia di calcare del Grignone che domina Mandello del Lario. I due erano partiti ieri mattina presto per raggiungere l’attacco della via e poi scalare la parete che ha uno sviluppo di cinquecento metri. La via Oppio è una salita con difficoltà abbastanza sostenute e a un certo punto della scalata i due hanno deciso di ritornare sui loro passi.

Hanno iniziato ad effettuare una serie di discese in corda doppia quando a un certo punto della “ritirata” hanno inspiegabilmente saltato una sosta (con gli ancoraggi necessari per continuare la discesa), come hanno raccontato i soccorritori che solo dopo parecchio tempo e un duro lavoro sono riusciti a raggiungerli. Non riuscendo più a trovare un posto in cui fermarsi in sicurezza l’alpinista che era sceso per primo è rimasto appeso alla corda senza più la possibilità di salire e scendere. Non avendo con sé nemmeno il materiale necessario che gli avrebbe permesso di risalire si è fermato dov’era e ha deciso di allertare i soccorsi.

Da Como si è alzata in volo l’eliambulanza con i tecnici a bordo mentre una squadra composta da una decina di volontari della XIX Delegazione lariana del Soccorso alpino ha raggiunto la zona. Sono state necessarie quasi tre ore di intervento per raggiungere l’alpinista, che non aveva nessuna ferita, ma era ancora prigioniero della parete insieme al compagno che non aveva altra possibilità se non aspettare che arrivassero i soccorritori. Imbracato e recuperato lo scalatore è stato recuperato e caricato sull’elicottero insieme all’amico ed entrambi sono stati riportati a valle.

Non è la prima volta che la macchina del soccorso si trova impegnata con un notevole dispendio di mezzi e uomini per un recupero di questo tipo. È accaduto di frequente, come raccontano i soccorritori, di salvare persone, con un notevole rischio da parte dei volontari, che si erano avventurate in luoghi che non conoscevano o senza avere la preparazione adeguata. Proprio interventi come questo in passato hanno scatenato il dibattito fra chi sostiene che alcuni interventi di recupero dovrebbero essere a carico delle persone salvate e chi difende il sistema attuale.