Lecco, 10 settembre 2013 - Cambia la divisa d’appartenenza ma non il vizietto. Sono tempi difficili per i vigili urbani del territorio perché a una manciata di giorni dalla vicenda del ghisa di Lecco, pizzicato da un consigliere comunale ad acquistare un accendino da un venditore abusivo, spunta un’altra storia di malcostume. Questa volta a finire nel mirino è un collega dell’Unione dei Comuni di Centro Valsassina, il quale ha parcheggiato la sua vettura sopra l’aiuola di un monumento. Niente di drammatico, per carità, ma pur sempre una vicenda fastidiosa che non depone certo a favore della categoria ancora una volta 

Teatro dell’ennesimo scivolone il parcheggio antistante la Canottieri Lecco dove nella mattinata di ieri si è consumata un’altra gaffe, a cui ha assistito in prima persona un cittadino che prima ha assistito alla scena e poi ha provveduto a segnalare l’accaduto con tanto di foto allegate. «Mi trovavo nel parcheggio antistante la Canottieri Lecco - ci ha raccontato lo stesso cittadino - quando ho visto arrivare l’auto, una jeep dei vigili urbani della Valsassina, che come se nulla fosse ha parcheggiato con le due ruote di sinistra sull’aiuola del monumento che si trova proprio a fianco del parcheggio per le moto». Nello specifico il monumento è dedicato all’«Animale abbandonato», la cui lapide è stata voluta da una nota animalista della città.

«Avendo assistito a tutta la scena - continua il cittadino che ci ha segnalato l’intero accaduto - ho subito chiesto al vigile in questione se si fosse accorto che aveva messo le ruote proprio su un monumento. Lui inizialmente ha fatto finta di nulla. Poi, quando ho aggiunto che avrei fatto una fotografia e l’avrei denunciato, mi ha risposto di fare pure». Arroganza senza limiti, insomma. «Direi un atteggiamento assurdo perché - aggiunge ancora il cittadino - proprio a pochi metri di distanza c’erano un sacco di posti-auto liberi. Certo, bisognava fare lo “sforzo” di pagare il biglietto e passare la stanga». La conclusione del cittadino-spettatore non può che essere «di incredulità: da una parte perché i tutori della legge dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio; e dall’altra proprio per l’atteggiamento di assoluta impunità mostrato dalla persona stessa».

Un senso di impunità e di superiorità rispetto alle regole che è forse l’aspetto più fastidioso percepito dal cittadino comune. Soprattutto quando viene da un personaggio pubblico. Lo stesso atteggiamento esibito da Antonio Piazza. L’ex presidente dell’Aler di Lecco - che aveva tagliato le gomme all’auto di un uomo diversamente abile, reo di aver chiamato i vigili per far spostare la sua Jaguar posteggiata in un’area riservata proprio ai disabili - passò dalla reazione prepotente, al negare l’evidenza fino al mea culpa.

andrea.morleo@ilgiorno.net