Merate, 8 settembre 2013 - Castello Prinetti è vuoto. Ed è in vendita. Nel palazzo rinascimentale, simbolo con la sua alta torre circolare di Merate e di tutta la Brianza, non ci abita ormai più nessuno, eccetto i custodi. Gli ultimi inquilini sono stati sfrattati e le attività della parrocchia di Sant’Ambrogio, l’ente religioso proprietario dell’immobile, sono state spostate altrove, tranne lo sportello del sabato della Caritas e la messa feriale una volta a settimana nella piccola chiesa di San Dionigi. L’intero immobile necessiterebbe di ingenti interventi di restauro

I preventivi sommari riportano una spesa minima di due milioni di euro per arrivare sino a sei, ma i soldi mancano. Già solo il mantenimento costa troppo, con 30mila euro e rotti all’anno di Imu. Da qui la decisione di piazzare la magione al miglior offerente. L’attuale prevosto don Luigi Peraboni nega: «Non è sul mercato, appartiene a noi e spetta a noi e soltanto a noi decidere che farne e al momento non abbiamo progetti».

Esponenti autorevoli della Curia ambrosiana assicurano tuttavia che l’ordine da Milano è quello di dismettere. Si sarebbero svolti anche incontri con persone interessate, almeno una mezza dozzina. Se si tratti di privati facoltosi, di immobiliaristi o di emissari di fondazioni piuttosto che di istituti di credito però non è dato saperlo. Come non trapela nulla sulle finalità: se per realizzare un residence di lusso, un polo congressi, una sede di rappresentanza prestigiosa, un centro commerciale oppure un albergo cinque stelle superior, solo alcune delle proposte circolate a più riprese.

Il rischio è comunque quello che un luogo che rappresenta la città venga «scippato» alla comunità e diventi off-limit per i cittadini. Lo aveva già capita l’ex curato, sempre don Luigi ma che di cognome fa Conti, il quale si era adoperato per trasformarlo almeno in parte in museo liturgico piuttosto che in scuola di restauro. Anche con lui i contatti non erano mancati, ma tutto è finito in nulla perchè in fondo nessuno ci aveva creduto veramente. E nemmeno adesso, che il timore è pressochè certezza, nessuno sembra interessarsene.