Colico, 7 settembre 2013 - Quasi quindici ettari di bosco sono stati ridotti letteralmente in cenere e fumo e l’Abazia di Piona ha rischiato la stessa sorte a causa dell’incendio divampato l’altra sera a Colico. Le fiamme sono state appiccate quasi certamente di proposito e non sono state ancora completamente domate, sebbene si conti di riuscire a spegnerle entro la mattinata di oggi. Il rogo è divampato verso le 20.30 di giovedì, in due punti distinti ma in maniera pressoché contemporanea, uno a ridosso del Lario, l’altro a monte, proprio sotto lo storico complesso cluniacense le cui origini risalgono addirittura alla metà del settimo secolo. Nel giro di breve, alimentato dal vento e dalla vegetazione secca, si è esteso sull’interno fronte della montagna con i bagliori visibili a decine di chilometri di distanza e l’odore acre del fumo che ha pervaso l’aria dell’intera zona dell’alto lago.

Sono stati subito mobilitati in forze i pompieri di Bellano, gli operatori del Corpo forestale dello Stato del comando provinciale di Lecco e i volontari della Protezione civile del paese e della Comunità montana. Le operazioni si sono rivelate immediatamente difficile per colpa del buio, del terreno arido e delle zone difficilmente accessibili via terra. Per questo durante la notte non si è potuto altro che cercare di tenere sotto controllo la situazione e tentare di contenere la furia del fuoco. A difesa del monastero è stato immediatamente allestito un presidio di sicurezza stabile. Ieri mattina si sono levati in volo anche i componenti dell’equipaggio dell’elicottero antincendio regionale che hanno effettuato ripetutamente la spola.

«Abbiamo ipotizzato anche l’impiego di un aereo, il Canadair, ma la presenza dei paesi, di un elettrodotto e del monumento religioso hanno reso l’ipotesi impraticabile perché non sarebbe ammesso il minimo errore né imprevisto per gli sganci d’acqua», spiega Andrea Turco, comandante provinciale della Forestale. Nel pomeriggio, quando ormai erano andati distrutti 100mila metri quadrati di area su cui crescevano pini, betulle e castagni più i rovi e gli arbusti sottostanti, per eseguire rifornimento di carburante, i sorvoli e gli sganci d’acqua dall’alto sono stati temporaneamente sospesi e, complici alcune raffiche, l’incendio ha ripreso vigore, devastando altri circa 50mila mq di vegetazione. Nel tardo pomeriggio la situazione è tornata nuovamente sotto controllo. In diverse aree sono già state avviate le procedure di bonifica ma il rogo non è ancora completamente estinto.