Lecco, 1 settembre 2013 Non ha paura Mauro Pozzoni, l’orefice 56enne che ieri mattina è stato derubato nel suo negozio del centralissimo Corso Martiri a Lecco, a soli cinque mesi di distanza esatti dal precedente violento assalto durante il quale è stato picchiato e accoltellato a una gamba da cinque rapinatori. Piuttosto prova rabbia e frustrazione. «È una sensazione difficile da spiegare - racconta -. È come quando per il nervoso senti un fastidio che ti attanaglia lo stomaco. Non so più cosa dire, né cosa pensare, mi sento completamente impotente di fronte a queste persone che alla fine riescono a compiere sempre ciò che vogliono senza che nessuno assuma provvedimenti adeguati». Ma è anche preoccupato per suo figlio Andrea di appena 27 anni, medicato in ospedale perché ha cercato di bloccare i ladri in fuga attacandosi letteralmente alla loro auto, una Lancia Ypsilon.

«E' stato trascinato per qualche metro sull’asfalto e poi è caduto a terra. Fortunatamente non ha riportato ferite gravi, ma ha rimediato una brutta botta a una spalla ed è stato accompagnato al Pronto soccorso - racconta ancora scosso -. Poverino, si trovava in gioielleria per caso perché non lavora con noi, doveva riaccompagnare il nonno Luciano a casa per il pranzo, ma quando ha realizzato cosa stava avvenendo d’istinto ha tentato in tutti i modi di fermare quei delinquenti. Vorrei averlo fatto io al suo posto e mi sarebbe proprio piaciuto bloccarli». Gli intrusi, due in tutto, sono entrati in azione poco prima dell’orario di chiusura, verso mezzogiorno. «Prima uno dei due ha suonato il campanello di ingresso. Mi ha spiegato di essere interessato all’acquisto di una catenina d’oro per un battesimo. Mentre gli mostravo alcune collanine ha premuto il citofono anche l’altro, che naturalmente non potevo immaginare fosse il suo complice. Nel momento in cui ho aperto la porta anche a quest’ultimo, il primo ha afferrato il rotolo dei gioielli che gli stavo facendo vedere ed è scappato fuori di corsa». In mano teneva la confezione di preziosi, dal valore di circa 10mila euro. Difficile stabilire con precisione di dove fossero e anche l’età.

«Quello che si è spacciato per un cliente, l’unico che è entrato, ha parlato veramente poco, comunicandomi solo quello che cercava, ma mi è parso italiano, dall’accento meridionale. A occhio avrà sulla quarantina d’anni, forse 35, ma si tratta di mie congetture, perché ha aperto bocca il meno possibile, probabilmente proprio per non tradire l’origine. Anche l’altro mi è sembrato della stessa età. Una cosa è certa: non li avevo mai visti prima».

di Daniele De Salvo