Olginate, 31 agosto 2013 - Nella cassetta della posta, oltre ad un giornale, ha trovato anche due proiettili. Il destinatario del messaggio minatorio è stato il consigliere comunale capogruppo di minoranza di Barzago Massimo Rossi, 46 anni, ex leghista, adesso segretario provinciale del nuovo movimento Unione padana alpina a cui ha aderito dopo essere stato espulso dal Carroccio. L’esponente istituzionale ha rinvenuto i bossoli ieri mattina nella casella delle lettere della sua abitazione di via Martiri della Libertà a Olginate, paese dove vive. Ha subito avvisato i carabinieri che hanno sequestrato le cartucce e ora stanno cercando di rintracciare i responsabili del gesto e scoprirne anche il movente.

Il diretto interessato tuttavia non ha dubbi: «È connesso al mio impegno politico e alla mia epurazione, una delle tante, dalla Lega nord». Esclude quindi categoricamente che quanto successo possa dipendere dalla difficile situazione in cui versa la sua impresa edile. «Non ho debiti con nessuno, se non con quelli di Equitalia, ho sempre pagato i miei dipendenti anche adesso che sono stato costretto a lasciarli a casa per il difficile momento del settore - garantisce -. Purtroppo non è la prima volta che divento oggetto di attacchi da quando mi è stato chiesto di lasciare il mio posto nell’assise consiliare e mi sono rifiutato. Hanno persino detto e scritto che sarei indagato, ma io non ho mai ricevuto alcuna denuncia né avvisi di garanzia». In ogni modo non intende lasciarsi intimorire. «Sono stato volontario con la Caritas in Bosnia sotto le bombe, figuriamoci se quattro vigliacchi possano spaventarmi. Anzi, se hanno veramente intenzione di spararmi è meglio che prendano bene la mira. Io proseguo senza paura nel sostenere le istanze per le quali mi sono sempre adoperato nell’interesse di tutti».

Non è certo quando i proiettili siano stati buttati nella cassetta delle lettere, probabilmente a inizio settimana, perchè era da quattro giorni che non ritirava le missive. Si tratta solo dell’ultimo episodio del genere in provincia di Lecco nei confronti di amministratori locali. Prima è stata la volta del sindaco di Oggiono Paolo Ferrari, contro la cui abitazione è stata lanciata una molotov, quindi di quello di Lecco Virginio Brivio a cui sono stati postati pesanti minacce sulla propria pagina Facebook dopo che ha chiuso un locale in odore di mafia, successivamente quello di Monticello Brianza Luca Rigamonti. Stessa sorte in modi diversi hanno subito anche il primo cittadino e l’assessore ai Servizi sociali di Olgiate Molgora Dorina Zucchi e Ambrogio Sala.

di Daniele De Salvo