Robbiate, 7 agosto 2013 - Spaccata in un noto negozio di abbigliamento l'altra notte in Brianza, dove i ladri hanno preso di mira il "Bini" di Robbiate, lungo la Sp 54. Sono spariti decine e decine di capi griffati, per un bottino dal valore di almeno 30mila euro, forse di più, oltre ai danni, ingenti. Gli intrusi sono entrati in azione intorno alle 2. Hanno divelto la saracinesca in metallo posta a protezione di un'uscita di emergenza, quindi, con hanno sfondato i cristalli della porta con un ariete, realizzato con una pesante trave in legno con tanto di maniglie per sorreggerla.

Una volta all'interno nel giro di tre minuti d'orologio hanno ripulito scaffali ed espositori. «Sapevano quello che volevano e dove cercarlo, perchè hanno preso solo determinati tipi di indumenti, quelli più belli e costosi», racconta Emanuele Bini, 39 anni, titolare della rinomata attività. Si tratta polo, pantaloni, giacche e camice marca Armani, Hetregò, Guess, Harmont & Blaine. Finito il lavoro gli estranei sono scappati. Alcuni residenti della zona hanno riferito di aver visto all'opera tre o quattro individui con il volto incappucciato che si sono dileguati nel nulla a bordo di un non meglio specificato furgone bianco insieme al prezioso carico di refurtiva. Quando sul posto sono piombati a sirene spiegate i carabinieri ormai dei colpevoli non c'erano più tracce, se non la scia di devastazione che si sono lasciati alle spalle.

Ai militari sono stati tuttavia consegnati i filmati ripresi dalle telecamere a circuito chiuso. «E' certamente un furto su commissione, quello che è stato portato via non può essere piazzato in Italia», ritiene la vittima della razzia. La merce probabilmente finirà al mercato nero dei Paesi dell'est Europa, dove verrà rivenduta di contrabbando, magari per una manciata di spiccioli. Il titolare dell'esercizio commerciale in qualche modo temeva che sarebbe potuto succedere: «Settimana scorsa, di sera tardi, sono stati notati due tizi con un cappello nero calato sul volto, qualcuno ha avvisato gli operatori del 112 ma loro sono corsi via attraverso i campi della zona. Forse stavano compiendo un sopralluogo preliminare, oppure erano pronti al furto ma sono stati obbligati a rimandarlo. Noi speravamo comunque che avrebbero deciso di desistere, invece...».

Invece i malintenzionati sono tornati alla carica e l'incursione messa a segno tra martedì e mercoledì è solo l'ultima di una lunga serie compiute nell'ultimo periodo. Nei giorni scorsi sorte analoga è toccata al bar e ristorante "Il Platano" di Verderio Superiore, al centro Tim "Alta fedeltà" di via Nazionale, totalmente ripulito di telefonini e tablet per 50mila euro e a tre concessionari di motociclette tra Olgiate Molgora e Sirtori.

«Adesso rafforzerò ulteriormente i dispositivi di sicurezza, installando altre grate e vetri più spessi, anche perchè è già il quarto furto che subiamo, ma è una spesa non indifferente e in questi tempi di crisi non è semplice reperire i soldi necessari», conclude amareggiato il negoziante.