Colico, 6 agosto 2013 - Sarà probabilmente la magistratura a stabilire che cosa è accaduto in un noto locale di Colico in cui un ragazzo di 15 anni sarebbe stato insultato con epiteti razzisti oltre che ricevere uno sputo in faccia. Il giovane risiede in Valtellina, suo padre Gianluigi è italiano mentre la madre è cubana e il giovane valtellinese ha dei tratti somatici che sarebbero stati oggetto dell’aggressione.


«In un bar di Colico – spiega il padre – mio figlio è stato aggredito, insultato come “negro di m...” e gli hanno sputato in viso e quindi espulso dal locale dal barman. In effetti mio figlio, ancorché nato a Lecco, non può in alcun modo nascondere il fatto che sua mamma sia di nazionalità cubana. Non ci sono alternative possibili: nonostante sia un ragazzo maturo e responsabile, uno studente frequentante un liceo provinciale con un’ottima media scolastica, purtroppo il colorito piuttosto accentuato della sua carnagione lo rende indiscutibilmente identificabile come “diverso”. La conseguenza diretta di questa “diversità visibile” è che - ancora oggi - un ragazzo possa incappare in un barman che si senta in diritto di umiliarlo pesantemente soltanto a causa del colore della sua pelle. L’accaduto è talmente increscioso che ritengo inutile qualsiasi ulteriore commento».

Il fatto è avvenuto in presenza di testimoni secondo i familiari del ragazzo, tra cui alcune amiche per un totale di cinque persone e ovviamente è stato oggetto di denuncia all’autorità giudiziaria. Diversa la versione dei fatti fornita dal titolare del bar che spiega: «Non c’è stato nessuno insulto razzista e non riesco a capire come si possa fare un’accusa del genere alla persona in questione. I fatti sono andati diversamente. Prima di tutto i ragazzi si trovavano in una zona che è proprietà privata all’esterno del bar, una zona in cui non dovrebbero andare anche perché spesso i vicini si lamentano del fatto che alcuni avventori vanno in quell’area e disturbano. Il nostro barman è passato perché era andato in un locale dietro al bar per prendere del ghiaccio dalla macchina che lo produce. Doveva passare e ha detto ai ragazzi di spostarsi. Per tutta risposta si è sentito mandare a quel paese con brutte parole dal ragazzo che dice di essere stato insultato e a quel punto lui ha risposto ma non ha usato termini razzisti. Conosco il ragazzo in questione che di tanto in tanto vedo nel locale e mi è sempre sembrato tranquillo e posso invece dire per certo che il barman che accusano di razzismo non farebbe mai una cosa del genere».

di Stefano Cassinelli