Lecco 2 agosto 2013 - Dopo aver aperto una nuova via sulla Torre di Uli Biaho nel nord nel Pakistan, poco distante dal K2, avevano spento il telefono satellitare. Matteo della Bordella, Luca Schiera, David Bacci e Silvan Schupbach potevano concedersi un periodo di riposo dopo un assedio lungo e pericoloso. Quando l'hanno riacceso è stato per comunicare a Fabio Palma, il presidente dei Ragni perennemente in attesa di qualche notizia dalla spedizione dei Maglioni rossi, che non era andata proprio così: "Non eravamo ancora sazi, per cui abbiamo deciso di sfruttare l'occasione più unica che rara di una "bolla" di tempo stabile di quelle che capitano una volta ogni 20 anni in Karakorum". Sull'Uli Biaho l'avventura era appena iniziata.

"Mercoledì scorso Luca e Silvan sono tornati sono tornati al campo avanzato per aprire un'altra via sull'Uli Biaho Spire, la splendida guglia che fa da gendarme alla Torre. I due sono saliti lungo una linea difficile e strapiombante, fino a quando Luca si è infortunato, lussandosi la spalla in un camino. Non avendo con sé materiale da bivacco, hanno deciso di abbandonare il tentativo, tornando al campo avanzato. Una volta rientrati, visto che la finestra di bel tempo continuava a rimanere spalancata e che le condizioni di Luca erano già migliori di quanto sembrasse all'inizio, i due sono ripartiti immediatamente verso un altro obiettivo: la Via degli Sloveni sulla Nameless Tower nel gruppo di Trango. Uno dopo l'altro hanno macinato i tiri della via degli Sloveni, scalando a vista fino al 7b e passando all'artificiale sulle lunghezze dove le fessure intasate di ghiaccio impedivano un serio tentativo in libera. Un ultimo tiro sotto una cascata d'acqua li ha convinti a deviare sui tiri finali di Eternal Flame per raggiungere infine la vetta".

Ritornati al campo avanzato non erano ancora stanchi e sono ripartiti alle 3 di notte e si sono imbarcati lungo la Normale della Torre Grande di Trango. Altre 5 ore di scalata, con tratti su ghiaccio ripido fino a 80°. "Giusto quello che mancava per completare questa maratona di sette giorni praticamente ininterrotti di arrampicata, tutti abbondantemente al di sopra dei cinque mila metri di quota". Nel frattempo anche Matteo e David non erano rimasti a guardare e si sono "buttati" nel loro tentativo in stile alpino su Eternal Flame.

"I due salgono bene fino alla Sunny Terrce, durante il bivacco, però, una bottiglia d'acqua esplode nel sacco a pelo di Matteo, con conseguente notte gelata e risveglio con febbre. Il giorno successivo il duo riprende il tentativo, ma deve gettare la spugna dopo 5 tiri e fare ritornano alla Sunny Terrace per un secondo bivacco - fanno sapere i Ragni -. Un ultimo tentativo sulla via Slovena vede ancora Matteo troppo acciaccato per continuare, così si decidono per il rientro, proprio nel giorno in cui incrociano Luca e Silvan in salita. Una volta al campo avanzato Matteo si rimette velocemente e decide che la sua stagione in Karakorum non è ancora terminata: parte per un tentativo sulla Via degli Americani alla Torre Grande di Trango. Matteo sale tutta la via in free solo e arriva fino ai pendii di neve che precedono la vetta. Qui però il caldo dei tanti giorni di bel tempo ha reso la neve troppo instabile e pericolosa e il tentativo si deve fermare prima di arrivare alla cima. Matteo ha impiegato 7 ore per salire, ma ne avrà bisogno altre 11 per il rientro, proprio a causa della precarietà dei tratti di neve e misto". Questa volta forse l'avventura pakistana dei Ragni può terminare qui.

di Federico Magni