Lecco, 19 luglio 2013 - «Ho sbagliato, lo so, ma non so cosa mi abbia preso in quei momento. Ho sbagliato e chiedo scusa». Il ventisettenne A.P. di Biassono ha ammesso le proprie responsabilità davanti al giudice del tribunale di Lecco Paolo Salvatore, di fronte al quale è stato condotto ieri mattina per la convalida dell’arresto avvenuto il giorno prima. In manette il ragazzo, che lavora in città, ci era finito con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una ragazza (quasi coetanea) di origini cinesi, che lui aveva palpeggiato nei paraggi dell’istituto commerciale cittadino «Parini».

La stessa ragazza, che di anni ne ha ventitré, aveva contattato la questura che sul posto aveva mandato una pattuglia della Volante. Erano le prime ore della mattina e la giovane, che lamentava di essere stata aggredita alle spalle e più volte toccata nelle parti intime, aveva fornito un primo identikit dell’aggressore. Grazie a quella sommaria descrizione, impreziosita da alcuni particolari emersi dal racconto di due due cittadini che avevano assistito alla scena, quello che sembrava essere l’aggressore era stato in breve tempo individuato e bloccato proprio dalla pattuaglia

Lui prima aveva tentato di dileguarsi, poi aveva respinto ogni addebito. Una versione che all’occhio smaliziato dei poliziotti non era parsa credibile, così il ragazzo era stato accompagnato al Pronto soccorso dell’ospedale «Manzoni» dove nel frattempo la ragazza era stata trasportata dal personale del 118. «É lui». Di fronte al principale indiziato la ragazza non ha avuto dubbi, lo ha riconosciuto dai vestiti e dall’andatura. A quel punto è stato condotto negli uffici della questura dove tra gli inquirenti, già alle prese con altri casi nei giorni precedenti, è cominciato a circolare un forte sospetto.

Comparando la dinamica dell’ultima aggressione con il racconto della vittima di una vicenda analoga avvenuta in città lo scorso 3 luglio, gli agenti hanno cominciato a torchiare il sospettato che a quel punto - «quasi a liberarsi di un peso», hanno raccontato gli stessi agenti - rendeva piena confessione ammettendo di essere il responsabile di entrambe le violenze. Il colpevole, che tra l’altro risulta avere una relazione stabile con una ragazza in città, ha raccontato agli agenti di non sapere cosa l’abbia spinto a compiere queste aggressioni. Inoltre ha confermato di non aver conosciuto prima le sue vittime.

A quel punto è scattata la richiesta di arresto nei confronti del ventisettenne che, nonostante le pesante responsabilità a cui dovrà far fronte, ieri è tornato a casa: non è sottoposto ai domiciliari, ma al solo obbligo di firma. Così ha deciso il giudice Salvatore nonostante il pm Cinzia Cirtterio si fosse espressa per la conferma della custodia cautelare in carcere.