Lecco, 16 luglio 2013 - La Provincia di Lecco è salva ma non sembra possano avere lo stesso destino strade, edifici pubblici e anche gli arredi per le scuole. L’ultimo grido d’allarme arriva dall’assessore all’Istruzione Luca Teti che annuncia l’impossibilità di spendere soldi già messi a bilancio in seguito ai tagli imposti dal governo Monti. Di fatto la Provincia non potrà procedere all’acquisto degli arredi scolastici come nelle sue intenzioni: ciò a seguito del parere espresso dalla Sezione regionale di controllo per la Lombardia della Corte dei Conti, su istanza della Provincia di Sondrio. L’organo di controllo infatti ha deliberato l’inclusione delle spese per arredi scolastici come banchi, sedie, laboratori e lavagne tra i tagli imposti dal Governo Monti. La spesa complessiva media annua della Provincia di Lecco per arredi è di 66mila euro, di cui 53mila euro per arredi scolastici.

«È l'ennesima amara novità che abbiamo scoperto – afferma Teti - abbiamo sempre dato priorità alle nostre scuole, tanto che dei 66mila euro a bilancio oltre l’80% delle risorse è stato destinato ad arredi scolastici. Per quest’anno ci è consentito spendere solo il 20% di quanto speso mediamente negli anni 2010/2011, quindi possiamo spendere complessivamente solo circa 13mila euro. Dobbiamo ridurre la spesa per arredi scolastici del 75%». 

Non manca di polemizzare Teti di fronte a questa situazione: «Come faranno gli alunni a stare in classe, forse in piedi ad assistere alle lezioni? L’arredo scolastico è indispensabile per assicurare il diritto costituzionale all’istruzione e non deve essere assimilato alla scrivania, all’armadio, alla sedia degli assessori o dei dipendenti. Quindi la Provincia di Lecco si trova in gravissima difficoltà: oltre a non avere i 70mila euro per consentire il trasloco definitivo del liceo classico in via XI febbraio, dal prossimo anno molti alunni dovranno assistere in piedi alle lezioni e dal 15 ottobre dovranno indossare anche il cappotto, visto che i fondi per il riscaldamento sono stati oggetto del taglio da parte del Governo».