Sirtori, 8 luglio 2013 - «È stato condannato ingiustamente a otto anni di carcere, il massimo della pena, al termine di un processo farsa, senza la benché minima prova». È lo sfogo amaro dei genitori di Samuele Corbetta, 32enne di Sirtori, volontario dal 2005 in una missione di San Lucas, in Guatemala, dove nei giorni scorsi è stato ritenuto colpevole di aver abusato di una bimba di sette anni. A puntare il dito contro di lui è stata la stessa piccola insieme alla madre e agli attivisti dell’associazione per la tutela dell’infanzia Sobraviventes, che hanno riferito che il cooperante brianzolo l’estate scorsa avrebbe approfittato di lei con il pretesto di giocare insieme a nascondino, minacciandola poi di morte se avesse raccontato qualcosa.

Adesso il giovane, inizialmente incarcerato in una prigione di Antigua, si trova nel penitenziario della capitale dello stato centroamericano, grazie all’intervento dei funzionati dell’ambasciata italiana, che temevano per la sua incolumità. Il papà Roberto, pensionato di 61 anni e la mamma Emiliana Colombo, che hanno raggiunto il figlio prima del verdetto, hanno chiesto agli avvocati difensori di presentare subito un ricorso urgente, ma ci vorranno dai sei agli otto mesi prima che venga discusso. Se anche l’appello andrà male, sussiste la possibilità di rivolgersi ai giudici della Corte Costituzionale.

«La nostra fiducia nel sistema giudiziario di questo paese sta vacillando - proseguono il padre e la madre - A suo favore hanno deposto undici testimoni, sono stati prodotti referti medici e scientifici che lo scagionano totalmente, la ricostruzione analitica e dettagliata degli eventi avrebbero dimostrato senza alcun dubbio che quello di cui è stato ritenuto colpevole non sarebbe mai potuto succedere». Nonostante il brutto colpo non intendono lasciarsi assalire dallo sconforto: «Non ci arrenderemo finché non lo vedremo di nuovo libero».

Per risolvere il delicato caso, che rischia di travolgere anche le suore somasche della congregazione delle Figlie di San Girolamo, responsabili della scuola dove si sarebbero verificate le molestie, sono all’opera anche i diplomatici della Farnesina, ma la situazione è resa ancora più complicata per l’assenza di accordi bilaterali che consentano l’estradizione in Italia del sirtorese, anche per scontare l’eventuale conferma della pena. «È una sentenza scandalosa - ha sostenuto nei giorni scorsi l’ex senatore Antonio Rusconi -. Adesso occorre che gli esponenti istituzionali italiani si adoperino per rimediare e tirarlo fuori di prigione».

Daniele De Salvo