Lecco, 20 giugno 2013 - Sorpresa a palazzo, quando ieri mattina si è presentato come teste il sindaco Virginio Brivio. Sul tabellone esposto davanti all’aula di sinistra al primo piano del palazzaccio lecchese è comparso il nome di Valon Romaj, accusato di deturpamento e danneggiamento di luoghi pubblici. Il giudice Gian Marco De Vincenzi e il vpo Mattia Mascaro hanno convocato tra i testimoni del procedimento anche il sindaco Virginio Brivio. L’imputazione a carico di Valon Romaj si è conclusa per un vizio di procedibilità, perché la querela di parte del danneggiato.

Il fatto: l’imputato era finito nei guai il 16 febbraio 2008 mentre con una bomboletta spray imbrattava il muro di due palazzi, uno ubicato in viale Turati angolo Col di Lana e l’altro in via Gramsci. Il giovane, con il cuore spezzato poiché rimasto single da poche ore, aveva deciso di affidare a uno scritto “postato” su un muro tutto il suo dolore «Mi manchi principessa» A individuarlo con la bomboletta ancora tra le mani erano stati degli agenti in servizio di controllo del territorio che dopo avergli sequestrato la bomboletta avevano fatto una perlustrazione per vedere se c’erano altri segnali della sua bravata.

E in effetti i muri imbrattati erano risultati due. In aula oltre all’operante di servizio quella sera, sono stati chiamati l’architetto Andrea Pozzi, responsabile dell’ufficio tecnico comunale e il sindaco Virginio Brivio che hanno attestato come i due edifici siano ubicati all’esterno del perimetro della zona A, individuata dal PGT come centro storico, e come a loro non si attribuisca alcun particolare vincolo urbanistico. L’avvocato Colombelli, difensore dell’imputato, ha fatto però presente che l’accusa a carico del suo assistito era procedibile solamente su querela di parte che, in questo caso, mancava. Il giudice non ha potuto fare altro che chiudere il processo per improcedibilità.

Leo Morderana